Soldati, si sta come/d’autunno/sugli alberi/le foglie

Questa è una cartolina fotografica storica, fu scattata appena terminata la Grande Guerra e fu spedita dal Sig. Carugno al Preg.mo Sig. Conti Angelo fu Achille da San Michele del Carso il 20 febbraio 1931 e dichiarato in quella data Zona Sacra, tutti e due concittadini ed ex combattenti di Capracotta.

Descrive in modo surreale le trincee sul Monte San Michele, si notano sacchetti di sabbia, reticolati aggrovigliati, l’equipaggiamento militare lasciato sulla nuda terra da chissà quale soldato, un territorio desolato e pieno di pietre e anfratti utilizzati come riparo da cui cercano di farsi largo  pianticelle o arbusti atti a significare che forse lassù c’è ancora vita e speranza per un futuro migliore!

In lontananza si nota un campanile utilizzato, forse, come punto di osservazione mentre in vicinanza si nota una stradicciola utilizzata  per approvvigionare  le truppe, per trasportare soldati feriti dalle mitragliatrici nemiche oppure dai terribili reticolati sorretti dai cavalli di “Frisia”  o per trasportare i soldati caduti per quelle assurde cariche suicide.

Noi non sapremo mai cosa sia passato nelle menti di questi soldati sottoposti a indicibili sofferenze e privazioni per i tre lunghi anni di guerra (come commilitoni provenienti da diverse Regioni, con evidenti difficoltà di comunicazione dovuti dall’alto grado di analfabetizzazione, dai dialetti non certo comprensibili e per moltissimi l’incomprensibile motivo per combattere chi e per cosa visto che bisognava allontanarsi  dal proprio paese e dai propri affetti.

Sicuramente avranno pensato di essere tutti uguali davanti alla morte, che il loro destino era già stato scritto da qualche parte e che in guerra bastava una pallottola di cui non si sapeva né da dove sarebbe arrivata e né quando e che avrebbe messo termine alla loro infausta esistenza.

Mio nonno Di Tella Filippo classe 1895, mi raccontava che ritornò a casa a 23 anni  con addosso più ossa che pelle, era contento perché era vivo  e che lo Stato Italiano per i tre anni trascorsi nelle trincee del Carso gli aveva donato 3 (tre) medaglie!

Il Comune di Capracotta, nelle immediate vicinanze del Santuario della Madonna di Loreto, a ricordo dei 65 caduti su 650 militari partiti per la Grande Guerra, piantumò 65 pini  che rappresentano oggi la “Pineta del Ricordo” e a ognuno di essi ha assegnato i rispettivi dati anagrafici.

Termino questa breve cronistoria con una poesia di Ungaretti (soldato che partecipò alla campagna interventista, si arruolò volontario nel 19º Reggimento di fanteria e fu collocato a difendere le trincee sul Monte San Martino del Carso) dedicata ai soldati che andavano in guerra e che descrive la caducità della vita.

Soldati

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie

Filippo Di Tella