Quella “palomma ‘e notte” capracottese nel cuore di Salvatore Di Giacomo

«È notte. C’è una farfallina che gira e rigira intorno alla fiamma di una candela e c’è un poeta che la guarda allarmato e l’avverte del pericolo: stai attenta sventatella, quella è una fiamma, non è una rosa e neppure un gelsomino. Vola via che ti bruci le ali! Non ti accorgi che per allontanarti dalla fiamma anch’io mi sono bruciato la mano?». Così, lo scrittore napoletano Raffaele La Capria spiega, in un articolo pubblicato sulle pagine napoletane del Corriere della Sera, i primi versi di una delle più belle canzoni della tradizione musicale partenopea: “Palomma ‘e notte”. Il brano fu scritto nel 1906 da un altro illustre personaggio del mondo culturale napoletano, il poeta Salvatore Di Giacomo. «La canzone è dunque una metafora che nasconde la storia d’amore di Salvatore ed Elisa- prosegue La Capria-, una storia complicata, un amore difficile e sfuggente; la musica è malinconia e bellissima, adatta alla situazione».

Sì, ma cosa c’entra tutta questa storia con Capracotta? Sulla base di recenti studi, abbiamo scoperto che la madre di Elisa Avigliano, moglie di Salvatore Di Giacomo, era di Capracotta. Elisa Avigliano, infatti, nacque a Nocera Inferiore, una cittadina dell’attuale provincia di Salerno, il 13 ottobre del 1879 dal magistrato Antonio, consigliere della Corte d’Appello, e da Silvia Falcone, benestante di Capracotta.

Abbiamo scarse informazioni personali su Silvia Falcone. Ma molte sulla figlia. Elisa incontra il poeta nel 1905 presso la Biblioteca Nazionale Lucchesi Palli di Napoli. Lei era una ragazza di 26 anni: studiava per diventare insegnante. Lui, quarantacinque anni, era già un personaggio famoso e affermato nel panorama culturale napoletano e nazionale. Di Giacomo, a proposito del loro primo incontro, la ricorda come «’na giovane vestuta cu ‘na vesta granata, auta e brunetta» (una ragazza vestita con un abito granata, alta e brunetta), che nel tempo ha finito per ispirare e plasmare tutta la produzione artistica del fidanzato, prima, e del marito, poi.

Pertanto, ascoltando le melodie della canzoni di Salvatore Di Giacomo, possiamo sentircele ancora più vicine sforzandoci a ritrovarvi quel carattere determinato e concreto della loro musa ispiratrice, tipico della nostra comunità. Carattere che, secondo La Capria, ben si evince nella canzone “Palomma ‘e notte”.

Francesco Di Rienzo