Corrispondenza storica dei sindaci di Capracotta: affari di leva

Ad ogni collezionista capita, prima o poi, di imbattersi in settori di cui o ignorava l ‘esistenza o riteneva non potessero essere oggetto del suo interesse. Collezionando da oltre trenta anni le cartoline su Capracotta, nel corso degli anni mi è capitato di trovare oggetti di storia postale che per un verso o per l ‘altro riguardavano  appunto Capracotta. E’ con grande piacere quindi che propongo dei “pezzi” che potranno suscitare interesse: il tutto nel rispetto della privacy e soprattutto, della memoria di chi ci ha lasciati.

Un settore particolare è quello della corrispondenza ufficiale dei Sindaci, di cui ho reperito documenti che partono dalla metà del 1800 e arrivano al 1943. E’ un piccolo contributo che spero possa suscitare interesse e curiosità, stimolando anche e soprattutto coloro che fossero in possesso di materiale analogo, affinché vogliano metterlo a disposizione di tutti, per condividere, ampliare e migliorare una ricerca il cui unico scopo è quello di raccogliere tutto ciò che riguarda il paese che occupa un posto privilegiato nel cuore e nell’animo di tutti.

Nel nuovo Regno d’Italia, gli uffici di leva di ogni Comune provvedevano a tramettere al Distretto Militare di appartenenza , la lista di  coloro  che compivano  18 anni. Superate  visite  mediche  e  test  attitudinali,  agli  arruolati  veniva  inviata  la “cartolina precetto”, ove veniva specificato il luogo di destinazione. La durata del servizio andava dai 5 anni del Regno di Sardegna, ai 4 e poi 3 del Regno d’Italia, a decrescere fino ai 10 mesi, per poi venire “sospesa” dal 2005.

Non è certo una novità il fatto che qualsiasi obbligo non viene visto di buon occhio: figurarsi essere costretti ad abbandonare casa, famiglia, lavoro , affetti e amicizie per anni interi, senza magari essere mai prima usciti dal proprio paese o dalla propria regione, per svolgere in posti sconosciuti, un servizio di cui non si comprendeva l ‘utilità e a cosa potesse tornare utile.

In uno dei suoi tanti libri, Andrea Camilleri racconta che subito dopo l’Unità, in Sicilia (dove in precedenza non vi era l’obbligo della leva), vi fu un crollo della nascite di proporzioni bibliche: era la plateale risposta dei siciliani a quello che ritenevano il sopruso dei “piemontesi”, accusati di sequestrare i loro figli per anni e anni!

Le due buste mostrate furono spedite dai Sindaci Cesare CONTI (nel 1877) e Luigi CAMPANELLI (nel 1896) ai rispettivi colleghi di Roccasecca e di Poggio Imperiale. Il testo delle lettere non ci è pervenuto, ma trattando di affari di leva, potrebbero forse aver contenuto informazioni richieste, o al contrario, richieste di informazioni, su presunti renitenti alla leva, eventuali cambi di residenza, notizie  su giovani  emigrati, casi di decesso o altro ancora.

Alcune  notazioni  postali:  la tariffa  di  10 centesimi  è  rimasta  invariata  nell’arco dei 9 anni che intercorrono  tra una lettera e l’altra. Il timbro  del  Sindaco  nella  missiva  del  1896 è sormontato  dalla  dicitura  “R. Poste” (Regie Poste), non presente nella busta del  1887.

Paolo Trotta

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