Un presepe di montagna per il Natale 2017

 

Un presepe in stile prettamente di montagna illuminerà la piazza principale di Capracotta, piazza Stanislao Falconi, fino al 4 febbraio dell’anno prossimo. L’opera natalizia, realizzata per il quarto anno consecutivo dal nostro giovane compaesano Sebastiano Trotta, è stata inaugurata sabato scorso di fronte a oltre un centinaio di persone (molti turisti), che hanno sfidato il freddo e la neve per l’occasione, e in diretta sulla pagina facebook della Pro Loco di Capracotta. La cerimonia ha visto protagonisti un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze di Capracotta e gli alunni della scuola elementare comunale. I primi si sono esibiti in un ballo all’accensione dell’albero di Natale e in una sfilata prima dello svelamento vero e proprio del presepe; i secondi in alcuni canti natalizi. Il presepe è stato benedetto dal parroco di Capracotta, don Elio Venditti.

Anche quest’anno il presepe ha un tema: la mangiatoia, un elemento indispensabile della simbologia natalizio ma che viene molto spesso messa da parte. Essa è il cuore pulsante, perno centrale intorno al quale ruota la ricostruzione simbolica della Natività del Bambino di Betlemme. Pertanto, non a caso, la ritroviamo già nel titolo stesso dell’opera di Sebastiano Trotta, mutuato dal Vangelo: “Dio avvolto in fasce, giace in una mangiatoia”. Un titolo semplice ma che fa meditare sulla bellezza di un Dio che da Onnipotente si fa Bambino e pone la sua dimora sulla paglia, tra gli ultimi, i bisognosi, un Re Grande che non nasce in un ricco e sontuoso palazzo ma in una semplice stalla per insegnare all’uomo che i veri valori della vita risiedono nelle cose più umili e inaspettate.

Dunque, sarà una semplice stalla in legno ad accogliere la Natività del Bambino di Betlemme a Capracotta quest’anno. Una scelta che richiama la tradizione dei paesi del Trentino e della Germania dove è cultura ricostruire stalle e case per ambientare la nascita di Gesù Bambino. Il presepe 2017 è arricchito da una splendida stella cometa realizzata dal nostro compaesano Giovanni Di Luozzo.