Storia di una ricerca: Nick Nerone e Ernest Hemingway, amici ritrovati – Parte prima

Beato Nicola Nerone e Ernest Hemingway
Ernest Hemingway
Ernest Hemingway

Gli Abruzzi, e in particolare il paese di Capracotta, esattamente descritto nei particolari dal “cappellano” di Addio alle Armi al protagonista del romanzo, hanno esercitato sul giovane Ernest Hemingway un singolare fascino; ciò emerge chiaramente dalla lettura del romanzo, di alcune note biografiche e da interviste.1,2,3

All’epoca Abruzzo e Molise costituivano un’unica Regione che andava sotto il nome di “Abruzzi”; Capracotta è attualmente parte del Molise.

Spinto dalla curiosità mi sono rivolto alla “The Hemingway Society” negli Stati Uniti per sapere se lo scrittore fosse mai stato negli Abruzzi; oltre a negare tale evenienza il prof. Michael Kim Roos, dell’Università di Cincinnati, mi ha comunicato che si apprestava a fare ricerche su “Nick Neroni” o “Nerone”, amico di Hemingway e probabile legame tra lo scrittore e gli Abruzzi. Non sapevo nulla di questo personaggio; mi sono perciò documentato.

In una lettera dell’11 novembre 1918, da Milano ove era ricoverato per la seconda volta (per itterizia)ed  indirizzata alla famiglia, Hemingway scrive: «Terminate le cure sono stato invitato da un Ufficiale italiano a prendere due settimane per la caccia e la pesca alla trota nella provincia degli Abruzzi. Vuole che trascorra il Natale ed il Capodanno nella sua casa di paese e garantisce una bella caccia alla quaglia, al fagiano ed al coniglio. “Abruzzi” è molto montuoso ed è nel sud dell’Italia e sarà molto bello nel mese di dicembre. Ci sono diversi fiumi con buone trote e “Nick” sostiene che la pesca è buona».

In un’altra missiva del 28 novembre, stessa destinazione, si legge: «Ho promesso a “Nick” di andare con lui negli Abruzzi a pescare».4

Verso Natale però, su invito del capitano James Gamble, suo superiore e sovrintendente ai posti di ristoro, decide di fare un viaggio nell’Italia meridionale, arrivando fino a Taormina, ospite del duca di Bronte, Alexander NelsonHood, pronipote del più famoso ammiraglio Horatio, nella  “Villa La Falconara”, senza andare negli Abruzzi.5

Terminato il conflitto, Hemingway torna negli USA ed il 21 gennaio 1919 sbarca a New York. E’l’eroe americano della Grande Guerra, ferito, decorato, festeggiatissimo soprattutto dalla comunità italo-americana di Chicago dove si trova anche “Nick” addetto al Consolato italiano della città. Scrive di quel periodo Marcelline Hemingway, la sorella di Ernest: «Naturalmente Ernie  [Ernest ] vide i suoi nuovi amici italiani che vivevano vicino Chicago. Il viceconsole italiano “Nicki” Nerone, era un suo grande amico. Fu grazie a lui ed alle organizzazioni italo-americane, i cui membri sapevano della medaglia al Valore di Ernest, che un gruppo di italiani organizzò una festa meravigliosa in suo onore a casa nostra»6.

 A questa seguono altre feste; l’eccesiva invadenza degli italiani infastidisce però il padre di Ernest il quale decide di porre fine alla confusione; gli incontri però proseguiranno, diradandosi poi, in altri locali della città.7

Passata l’euforia dei festeggiamenti ed a causa anche della delusione provocatagli dalla lettera di Agnes von Kurowsky (Miss Catherine Barkley di Addio alle armi) che pone fine alla loro storia d’amore, lo scrittore va incontro ad una profonda crisi depressiva.

 A gennaio 1920 parte per il Canada, destinazione Toronto, ospite di amici fino a maggio dello stesso anno.8 Torna poi nuovamente a Chicago dove ritrova l’amico Nick; la loro amicizia si rafforza e contribuisce a risollevare il morale di Hemingway; entrambi appassionati sportivi tirano spesso di boxe insieme.9 «Durante quell’estate del 1921, Nick Neroni fu un regalo inaspettato, un antidoto per i frequenti sbalzi di umore di Hemingway».10

Beato Nicola Nerone e Ernest Hemingway
Beato Nicola Nerone e Ernest Hemingway in divisa militare durante la Prima Guerra Mondiale

Ma l’altra medicina che contribuì a risollevare il morale di Hemingway fu l’incontro con una bella ragazza di otto anni più grande di lui, Hadley Richardson, che sposerà di lì a poco.

Il 21 luglio 1921 Ernest scrive a Grace Quinlan [un’amica]: «Andremo a Napoli [con Hadley, prima moglie che sposerà il 3-9-1921] e staremo lì finché non arriverà il caldo della primavera. Suppongo a Capri e poi negli Abruzzi. Probabilmente a Capracotta. C’è un bel torrente per le trote lì, il Sangro, il campo da tennis ed è a 1.200 metri sopra il livello del mare, il posto più bello che tu abbia mai sentito. Ho tutte le notizie sui prezzi eccetera dal mio miglior amico, Nick Neroni, che è appena arrivato qui. Siamo stati insieme in guerra e se ne è rimasto un po’ con me e mi ha dato tutte le informazioni. Lui tornerà in autunno e ci organizzerà tutto».11

Poco dopo però Hemingway e la moglie Hadley, dietro insistenza di Sherwood Anderson, noto scrittore dell’epoca, si trasferiscono a Parigi. «Nicholas Nerone restò deluso ma capì le responsabilità di un uomo»12 ed a partire dal 1922 non c’è più traccia di successivi contatti tra i due.

Scrive ancora Marcelline: «Nell’autunno 1921 il Consolato italiano in Chicago informò Ernest che il generale Diaz stava arrivando negli Stati Uniti e lo avrebbe insignito della croce di Guerra che s’era guadagnata in Italia. La cerimonia, ovviamente, fu molto formale, e fummo orgogliosi di come Ernest dimostrò di essere diventato modesto quando il generale lo insignì della medaglia. Il nostro amico, il capitano “Nick” Neroni, il viceconsole, ricevette anche lui una decorazione. Quella mattina, con il suo petto pieno di medaglie, aveva guidato con orgoglio la parata a Chicago in onore del generale Diaz».13

Una pagina del “Chicago Tribune” del 20 novembre 1921 è dedicata ad illustrare il programma della manifestazione con le foto del Generale Armando Diaz, del Capitano Beato Nerone e di Ernest Hemingway che sarebbe stato decorato dal Generale per il coraggio dimostrato durante il servizio con l’Esercito Italiano. Ed ancora il giorno successivo il giornale riporta la cronaca e le immagini della grande folla accorsa a ricevere ed applaudire Diaz “l’idolo dell’Italia”.

Nella biografia dello scrittore però M.S. Reynolds scrive: «Nick  aveva fatto in modo che Hemingway fosse decorato dal generale.[…] Nick Neroni che lavorava al consolato italiano, contribuì a pianificare la parata lungo Michigan Avenue per onorare il generale e collaborò all’organizzazione del banchetto presso il Congress Hotel. […] Ma la cerimonia per la decorazione fu omessa in quanto il programma del generale era troppo affollato. Il signor Hemingway aveva la decorazione da più di un anno ma non gli era mai stata formalmente consegnata».14

In un racconto del 1919 (The Woppian Way ovvero The passing of Pickles McCarty)15 pubblicato postumo, il protagonista è un pugile italo-americano, Neroni, “ragazzo uova e prosciutto, cotiche e fagioli; un principiante che per vivere si batte sul ring negli incontri preliminari a quelli più importanti; un guappo italiano, battagliero, grande incassatore, con un corpo seta e acciaio, dalle spalle squadrate. Sotto la guida di O’Leary “Il Serpente”, suo allenatore-procuratore che gli aveva imposto per motivi di cassetta il nome irlandese di Pickles McCarty, cresce fino a diventare il secondo miglior peso medio del mondo”. Il pugile però scompare improvvisamente per riapparire poi clandestinamente in l’Italia, arruolato negli Arditi e protagonista dell’assalto all’Asolone, lunga dorsale di gobbe erbose ad ovest di cima Grappa; una efficace rappresentazione della figura dell’Ardito con riferimenti ad episodi di guerra realmente accaduti e sullo sfondo la vicenda di Fiume e di D’Annunzio. Il titolo del racconto, The Woppian Way, è un riferimento alla strada fatta costruire dal generale Luigi Cadorna sul massiccio del Grappa, lungo la quale avvengono i principali fatti del racconto, ma anche, in maniera sarcastica, “al modo di fare all’italiana”!

Vincenzino Di Nardo

CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE

 1) E. Hemingway, Addio alle armi, Oscar Mondadori, 1965, pp. 14,18-19,74.

2) P. Griffin, Along with youth-Hemingway,The early years, Oxford University Press, 1985, pp.192.

3) M. Conti, Cominciando da Ursula, Intervista a Peter Griffin, Panorama, 8 settembre 1985.

4) The Letters of Ernest Hemingway, Volume 1, 1907-1922, The Cambridge edition, Sept. 2011.

5) R. Owen, Hemingway e l’Italia, Donzelli Editore, pp. 74-75, 2017.

6) M. Hemingway Sanford, Un ritratto di famiglia e mio fratello Ernest Hemingway, Gingko Edizioni,

2013, p. 233.

7) M. Hemingway Sanford, Un ritratto di famiglia e mio fratello Ernest Hemingway, cit., p236.

8) M. Hemingway Sanford, Un ritratto di famiglia e mio fratello Ernest Hemingway, cit., p. 255.

9) P. Griffin, Along with youth-Hemingway,The early years, cit,  p. 186, 193, 194.

10) M.S. Reynolds, Young Hemingway, W.W.Norton& Company, 1998, p. 237.

11) E. Hemingway, Selected Letters 1917-1961, The Ernest Hemingway Foundation, 1981, Edited by Carlos Baker, p. 51.

12) M.S. Reynolds, Young Hemingway, cit., p. 255.

13) M. Hemingway Sanford, Un ritratto di famiglia e mio fratello Ernest Hemingway, cit.,p. 266.

14) M.S. Reynolds, Young Hemingway, cit., pp. 255,257.

15) E.Hemingway, The Woppian Way, E. Hemingway collection, Item 843, JFK Library, Boston.

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