Archeologia capracottese: il dolmen di Santa Lucia

Il dolmen di Santa Lucia
Il dolmen di Santa Lucia

Il primo ad ipostatitizzare il verbo “essere” nella forma sostantivizzata “l’essere” fu il neoplatonico Porfirio ben settecento anni dopo l’inizio degli studi sull’ontologia ad opera di Parmenide. Questo per dire che tante volte uno le cose le ha proprio sotto gli occhi ma non le vede. Per esempio, quanti di voi si erano accorti che a Capracotta c’è un dolmen? Qualcuno a questo punto si chiederà: cos’è un dolmen? Anche se fondamentalmente google dovrebbe aver tolto la necessità di fare domande e dare risposte, lo spiegherò comunque brevemente per chi non avesse voglia di cercarlo. dolmen è una parola nordica che vuol dire tavola di pietra, men=pietra, dol=tavola. in pratica un pietrone grosso posto parallelo al terreno su altri pietroni grossi. da non confondersi con il menhir, che sarebbe un pietrone messo in verticale. Sono stati costruiti un po’ dappertutto in Europa in un periodo che va dal Neolitico all’Età del Ferro.

Le teorie sulla loro funzione sono varie e spaziano dall’essere un altare sacro all’essere dei mausolei (guardate quanto dobbiamo a Porfirio per questo utilizzo del verbo essere), oppure delimitare spazi sacri per qualche motivo o tutte queste cose messe insieme.
In Italia sono famosi i dolmen presenti in Puglia, quindi non molto distanti da Capracotta, in Sardegna e in Sicilia. Quindi questo sarebbe forse il più nordico dei dolmen presente nell’Italia peninsulare. La struttura si trova sopra a Santa Lucia, praticamente dalla fonte si sale sopra verso un sentierino che porta alla cava ed è li, poche centinaia di metri dopo. Magari ci avete fatto le scampagnate affianco, ci avete appoggiato sopra la birra e la griglia con tacche “d pecra” e non vi siete mai posti la questione.
È un pietrone messo in orizzontale su altre pietre e il fatto che non sia una casualità ma che è proprio stato messo li da qualcuno è testimoniato dal fatto che è fissato in quella posizione tramite delle zeppette di pietra con la roccia che c’è dietro, che ho evidenziato nella foto.

Zeppette di fissaggio del dolmen
Zeppette di fissaggio del dolmen

Il problema della datazione rimane aperto perché un archeologo molisano, al quale ho posto la questione, è dubbioso se ritenerlo un dolmen del neolitico in quanto troppo a nord nell’Italia peninsulare (che lo renderebbe a mio parere appunto più interessante), e lo faceva risalire all’epoca presannitica.
Sarebbe necessario chiedere a degli esperti e che vengano fatti per lo meno degli scavi e dei rilievi, in ogni caso questa struttura andrebbe comunque annoverata nel patrimonio di strutture megalitiche capracottesi insieme alle mura ciclopiche.

Riccardo Mordeglia

Articoli correlati

Lezione di archeologia capracottese: le coppelle di Monte Capraro