Fuga dal soccorso

Soltanto ora, ad alcuni giorni di distanza dalla perdita di Bruno Pallotta, riesco a scrivere qualcosa per ricordarlo.

Avrei voluto farlo subito, per socializzare con la comunità di Capracotta, l’immenso dolore che provo e per trasmettere alla sua stupenda famiglia, che con tanta forza sta affrontando questo terribile momento, il nostro abbraccio forte e solidale, ma non trovavo e continuo a non trovare le parole perché è difficile scrivere quando l’angoscia ti attanaglia e la mente è pervasa da  un turbinio di pensieri, la stessa sofferenza che ho in questi giorni letto negli occhi, sentito nelle parole e condiviso con molti amici capracottesi.

La perdita di Bruno è un lutto “impossibile” da elaborare, perché parafrasando le parole con cui lo hanno sempre descritto i suoi amatissimi nipoti, lui era una “perla rara”, e unica era la sua carica di umanità che ci mancherà sempre.

Affinché la sua morte “sul lavoro” non sia vana, affinché non ci siano più parole vuote, protocolli da rispettare, costi di carburante ed altro voglio riproporre alla riflessione di tutti un articolo pubblicato (con l’autorizzazione dell’autore Teresio Valsesia) sul sito del Club Alpino Italiano Macugnaga il 18 febbraio 2013:

«Perché in Italia gli elicotteri del soccorso non sono abilitati al volo notturno? Per l’ennesima volta l’interrogativo è ritornato attuale con la tragedia di domenica scorsa (17 febbraio 2013) sul Monte Massone e la morte di Silvia Stella. L’incidente e’ avvenuto alle 14,30, il suo corpo e’ stato recuperato verso le 23,00. Era in condizioni disperate ed è deceduta poco dopo. Naturalmente l’intervento notturno  e’ stato effettuato da un elicottero della REGA, il soccorso Svizzero. In passato, Guido Bertolaso, Direttore della Protezione Civile, aveva cercato invano di adeguare la normativa a quanto avviene nel resto d’Europa, a chi gli chiedeva di sollecitare una soluzione del problema rispondeva sconsolato e anche irritato – è incredibile, ma nonostante tutti gli sforzi continuo a cozzare contro un muro -. La solita burocrazia o altri veti davvero incomprensibile? Il gap è rimasto. Fortunatamente l’Ossola e il Verbano confinano con la Svizzera. Quello di domenica non è  stato il primo caso di collaborazione con la REGA. A Macugnaga gli elicotteri dell’Air Zermatt  (che in Vallese opera per la REGA) hanno salvato diversi alpinisti, anche di notte, confermando una professionalità e una esperienza eccezionale, come quando sono atterrati, sfruttando un esile squarcio nella nebbia. In un’altra occasione hanno tratto in salvo in pieno giorno una cordata italiana sul Rosa, dopo che l’elicottero del 118 aveva rinunciato. Forse, di fronte all’ultimo caso, solo la magistratura – aprendo un fascicolo – potrebbe dare la sveglia alle autorità (quali?) per abilitare gli elicotteri del soccorso al volo notturno, mettendole di fronte alle loro responsabilità. È  penalizzante sentire i commenti svizzeri: ci tocca venire in Italia a salvare la gente con gli elicotteri Augusta che compriamo da voi».

E pensare che l’elisoccorso lo vogliono proporre per l’ospedale di Agnone. Al mare c’è un detto “il 15 agosto il pattino lo portano tutti (il mare è piatto)”, credo che valga anche per l’elisoccorso nelle aree appenniniche.

Caro Bruno, caro amico nostro, che almeno la terra ti sia lieve.

 

Pierino Di Tella