Una firma d’eccezione per l’eroismo del capracottese Remigio Carnevale: Gino Boccasile

Vincenzino Di Nardo, ottimo professionista nel campo medico, appartiene a quella generazione che lavora in silenzio, senza suonare la tromba e porsi sul piedistallo e che dopo un accurato lavoro di scavo e di certosino riscontro delle fonti (una specie di autopsia completa, per rimanere in campo medico) sforna pubblicazioni ed articoli encomiabili sui più variegati temi. Autore di scritti sui capracottesi militari partecipanti alle guerre mondiali, studi sulla Tavola Osca, profondo conoscitore di Ernest Hemingway (è presente ad ogni convegno che riguardi il premio Nobel sia in Italia sia all’estero).

Al bellissimo articolo di ieri su Remigio CARNEVALE (che nella copertina del quaderno è riportato erroneamente come CARNEVALI) mi permetto di aggiungere qualcosa. Iniziando da semplice collezionista di cartoline su Capracotta, passando a collezionare tutto ciò che riguarda Capracotta, non potevo farmi scappare questo quaderno per tutta la serie di motivi che seguono.

Il quaderno fa parte della serie sulle “Giovinezze Eroiche”, destinata agli alunni delle scuole primarie, nella prima pagina di copertina, veniva descritto con un disegno l’atto di coraggio compiuto dal piccolo eroe, nell’ultima era riportata la motivazione della concessione della medaglia al valore o alla memoria. I quaderni vennero stampati dalle Arti Grafiche Pizzi e Pizzio. Amilcare PIZZI, promettente calciatore del Milan, avviò l’attività di tipografo a Milano insieme a Pietro PIZZIO: fu la prima società italiana ad adoperare la macchina a quattro colori offset nel 1933. L’autore di questi quaderni fu uno più grandi illustratori della prima metà del Novecento: Gino Boccasile (1901 – 1952), famoso soprattutto per le serie delle “Signorine Grandi Firme” e delle cartoline pubblicitarie che spaziavano dagli alimentari ai liquori, ai prodotti di bellezza. Dopo aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana, fu scelto personalmente da Mussolini, come grafico di fiducia per i manifesti di propaganda (suo il “TACETE: il nemico ci ascolta!”), vere e proprie icone per lo stato fascista che continuava a combattere a fianco dei tedeschi.

Grazie ancora a Vincenzino per averci ricordato un episodio di grande altruismo, di sacrificio per il bene altrui che appartiene ad ogni epoca ed è espressione della più genuina condivisione umana senza connotazioni politiche, partitiche o di regime.

Paolo Trotta

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