Agnunésə còppəla tésa ógni pivətə nu turnésə

Agnunésə còppəla tésa ógni pivətə nu turnésə: Agnonese coppola tesa, ogni peto un tornese. Questo è un motto che risale ovviamente al periodo antecedente l’Unità d’Italia visto che c’è un cenno al tornese, moneta di rame del Regno di Napoli. Il motto è ancora in uso a Capracotta anche se in modo saltuario e può essere commentato in due modi diametralmente opposti.

Nel primo caso in modo dispregiativo evidenziando che degli agnonesi non ci si poteva fidare perché ti facevano pagare perfino un tornese per ogni peto. Nel secondo caso, e probabilmente questa accezione è quella giusta, veniva evidenziata la bravura commerciale di Agnone che commerciava di tutto perfino le cose più insignificanti come una sonora flatulenza.

È innegabile comunque che Agnone fosse nel Regno di Napoli un importantissimo centro commerciale nell’Abruzzo Citra dapprima, poi nella Provincia del Molise creata da Gioacchino Murat. Già nel 1400 erano state disciplinate alcune arti e gli artigiani di Agnone avevano la possibilità di acquistare i prodotti nei fondaci dei vari paesi e trasportarli nelle loro botteghe senza versare dazi.

A seguito del terribile terremoto del 1456, che non fece danni in Agnone, fu concesso a chiunque abitasse nel Regno di Napoli di trasferirvisi. Allora Agnone Città Regia, ovvero Demanio del Re, e i suoi abitanti godevano di privilegi tra i quali quello di essere esentati dal servizio militare.

All’epoca fu anche un importantissimo centro religioso -certamente tra le altre realtà altomolisane Agnone era un’operosa comunità con un florido commercio stanziale e ambulante che non poteva che suscitare da un lato invidia e dall’altro lato ammirazione.

Era normale che il senso di appartenenza alla comunità agnonese fosse un legame molto forte come del resto accade in ogni paese; e chi non aveva in simpatia gli agnonesi si sentiva autorizzato a considerare tutti gli agnonesi appartenenti ad un’unica categoria, quella dei cafoni come recita anche uno spregevole motto: «Du sò r’anəmiàlə chə nzə dómanə, ru lìupə e ru caféunə d’Agnéonə» (Due sono gli animali non addomesticabili, il lupo e il cafone di Agnone).

Domenico Di Nucci

Fonte: D. Di Nucci, Ru Fra, chessə é, Circolo San Pio di Agnone, Agnone, 2021