Corrispondenza storica dei sindaci di Capracotta: il vino è finito

In paese non c’è più vino: notizie certe non ce ne sono, ma per essere costretti a scrivere in forma ufficiale ad un collega (con tanto di cartolina del Comune e numero di protocollo), per il capo dell’amministrazione comunale la situazione doveva essere diventata veramente  drammatica!

E’ probabile che si sia esagerato con le passatelle, che i più anziani abbiano alzato un po’ troppo il gomito alla Società, che ci siano stati molti ricevimenti di matrimonio consecutivi oppure che un nutrito gruppo di alcolizzati abbia soggiornato per  qualche  giorno  sbevazzando  a rotta  di collo e lasciando il paese a secco (di vino).

Il dottor Filiberto Castiglione, podestà di Capracotta dal 1936 al 1943, ultimo di cinque podestà succedutisi a partire dal 1925, chiede aiuto al collega di Campodipietra  (Cb), a mezzo  di una cartolina postale del Comune , edita dalla ditta Colitti di Campobasso.

L’estate è iniziata da poco, si lavora di buona lena in campagna, la situazione è abbastanza tranquilla: mancano poco più di due mesi a quel fatidico 8 settembre, alba del periodo più tragico nella storia di Capracotta, allorché la guerra si materializzerà in tutta la sua brutalità, con lutti e distruzioni che metteranno in ginocchio un intero paese, la cui unica colpa era quella di trovarsi sulla linea Gustav, dominando il Sangro.

Paolo Trotta

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