«Festival itinerante delle Erbe, una proposta molisana per un miglior benessere»

Michele Meomartino
Michele Meomartino

La crescente urbanizzazione, svuotando le campagne fino all’abbandono, ha mutilato l’antico  legame che l’uomo aveva instaurato per millenni con la sua terra e soprattutto con il cibo. Oggi sono evidenti a tutti i disastri ambientali e sociali causati dall’uomo e dal suo insostenibile e iniquo modello di sviluppo che ha trasformato radicalmente l’habitat in cui vive e la vita di interi popoli. La causa principale di queste trasformazioni è riconducibile ad una concezione antropocentrica che ha svilito la natura a mera risorsa a cui attingere illimitatamente oltre ogni ragionevole esigenza e bisogno Dimenticando che essa è un corpo vitale, un complesso sistema a cui appartiene anche l’uomo, regolato da leggi che non possono e non devono essere ignorate.

Ma non desidero soffermarmi, ora, su questi aspetti, per quanto esiziali, che rischiano di trascinare l’umanità sull’orlo di un baratro, alla vigilia di una tragedia apocalittica. D’altronde sarebbe troppo comodo e semplicistico limitarsi ad inveire! Sono convinto che bisogna tradurre le legittime e spesso giuste denunce sui tanti mali che affliggono la società e sfigurano il volto della natura in progetti sostenibili, seri e ragionevoli. Sintetizzando si potrebbe affermare con uno slogan: “Dalla protesta alla proposta”, consapevoli della complessità della sfida e che un approccio analitico manicheo non ci aiuterebbe ad individuare il bandolo da cui partire. “Un altro mondo è possibile” recitava un altro slogan qualche anno fa. Si potrebbe aggiungere che “Un altro mondo già esiste”, in nuce, che stenta ad affermarsi in tanti contesti, ma che in altri non è più confinato in una nicchia. Un mondo fatto di persone in carne e ossa, soprattutto giovani, che non hanno rinunciato a sperimentare un altro modello di convivenza sociale fondato su relazioni vere e un diverso rapporto con la natura, più rispettoso, consapevole e responsabile.

E cosi, tanti, che sono stati vittime di un sistema che ha elevato il profitto a paradigma interpretativo ed ha esaltato la competizione come unico ambito relazionale, oggi, riscoprono il valore della cooperazione e di uno stile di vita sottratto alla mercificazione del tempo e alla tirannia di un consumo compulsivo. E proprio dall’esigenza di vivere con più lentezza, riservando una maggiore attenzione alla cura e scegliendo di vivere con più sobrietà, che tanti, delusi dai ritmi frenetici delle nostre metropoli, sono ritornati a ripopolare le campagne, “una migrazione di ritorno” nella terra degli avi.

In questo rinnovato interesse verso madre natura, verso i lavori legati alla terra, si inserisce il progetto delle “Case delle erbe”, veri e propri laboratori di vita eco – conviviale, dove è possibile instaurare legami solidali, concreti ed operosi. Un invito a vivere con più profondità il proprio tempo e a valorizzare il lavoro manuale e i talenti di ciascuno. Ma anche di riscoprire e apprezzare i tanti saperi che ci hanno tramandato le generazioni passate, di saper cogliere il piccolo dettaglio e di preservare e custodire ciò che è fragile. Vivere con cura, non solo vivere. Una ricerca di autenticità nella condivisione, fatta di cose semplici e genuine, di fatica quotidiana e di gioia, come quando si ode il crepitio della legna che arde o  si rimane estasiati dall’inconfondibile aroma del pane appena  sfornato.

La proposta di un Festival delle erbe itinerante in Molise nasce prima di tutto da un sentimento di gratitudine verso la natura e la sua straordinaria bellezza che continua ad affascinarci e stupirci. Nasce anche da un forte desiderio di raccogliere i tanti saperi delle diverse discipline bio – naturali, indispensabili per preservare la nostra salute e più in generale per conseguire un miglior benessere.

Il piccolo Molise, paradossalmente, proprio grazie al suo basso impatto industriale, che, per molti aspetti, non ha favorito un certo sviluppo, oggi, si ritrova un patrimonio naturale di eccezionale valore, più unico che raro. Un paesaggio, quasi incontaminato, a bassa antropizzazione, con una ricchezza botanica e una biodiversità tra le meglio conservate. Nei 7 comuni, dove transiterà il Festival, è stato allestito un programma amplissimo, all’insegna del molteplice e dell’interdisciplinarietà, con oltre 200 proposte tra: work shop, conferenze, passeggiate erboristiche, laboratori esperienziali, ludoteche per bambini, presentazioni, momenti artistici, aree riservate al benessere, degustazioni di prodotti bio e tipicità locali, cucina naturale, spettacoli, mercatini e tanta convivialità. Sono stati coinvolti oltre un centinaio di relatori ed operatori, tra cui personalità di spicco del mondo culturale e ambientale della regione.

E lungi da qualsiasi intento strumentale o da spirito autoreferenziale, siamo persuasi, o meglio, osiamo sperare che anche il Festival, soprattutto se verrà ben accolto dalle piccole comunità locali e tutti concorreranno al suo buon esito, insieme a tante altre iniziative, possa contribuire a far crescere una nuova cultura, una nuova alba che spunta all’orizzonte del piccolo Molise.


Michele Meomartino
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