Giose Rimanelli, Mastro Titta e il cavallo Capracotta

Giose Rimanelli

Giose Rimanelli

Non è una novità se Capracotta sia presente in diverse opere di autori dalle varie estrazioni letterarie e sempre riportata in senso positivo sotto vari punti di vista.

Nell’opera “Molise Molise”, edita nel 1979, del poeta, scrittore, saggista e docente universitario in America Giose Rimanelli (Casacalenda, Campobasso, 1926 – Albany, Usa, 2014) a pag. 111- cap. XIII- l’Autore si riferisce ad una trasmissione televisiva “Viaggio nel Sud” realizzata nel 1959 e, nell’elencazione dei paesi visitati da lui e dalla troupe, è citata Capracotta.

A pag. 118- cap. XVI- dello stesso volume, il Rimanelli  parla di un cavallo: «andai da Termoli a Teramo…il cavallo era sfinito e io più di lui…decisi di regalare al Duomo il cavallo…l’offerta venne rifiutata…si presentò un vecchietto…si chiamava Mastro Titta che acquistò il mio cavallo, denominato Capracotta, che vive ancor oggi senza far niente nel garage di Mastro Titta».

A pag. 171- cap. XXII-il poeta, riferendosi ai trascorsi della sua vita avventurosa, ricorda il citato cavallo, quando dice «…come anni prima chiamavo un mio cavallo Capracotta…».

La lettura di queste pagine, prodotte a distanza di tempo, ovvero da quando l’Autore fa uno dei suoi tanti viaggi di ritorno dall’America nei posti della sua infanzia e, poi, procede alla stesura del testo, fa intendere che allo stesso era stata per lo meno piacevole, o per altro verso positivo, gli era rimasta impressa la visita nella nostra cittadina tanto, perché era fervido il ricordo nostalgico del tormentoso amore per il suo Molise, nonché la ricerca affannosa delle proprie radici, da chiamare il proprio cavallo Capracotta.

Felice Dell’Armi