Guida alla Letteratura Capracottese: Capracotta negli scritti degli autori capracottesi, italiani e stranieri

Francesco Mendozzi con una copia della "Guida alla Letteratura Capracottese"

Oggi viene ufficialmente pubblicato il primo volume della “Guida alla Letteratura Capracottese” del nostro compaesano Francesco Mendozzi. Potete trovarlo su Amazon, IBS, laFeltrinelli, Youcanprint, ecc. Il prezzo di copertina è di € 35 ma se lo acquistate presso l’autore lo pagate soltanto € 17. A breve arriverà anche l’ebook al prezzo di € 3,99. Pubblichiamo, su gentile concessione dell’autore, l’introduzione della Guida.

Francesco Mendozzi con una copia della "Guida alla Letteratura Capracottese"
Francesco Mendozzi con una copia della “Guida alla Letteratura Capracottese”

Capracotta. Un nome ridicolo, fanciullesco, ideale per cominciare una filastrocca o una ninna nanna. Eppure, ognun nato o transitato in questo luogo impervio dell’Alto Molise ne risulta irrimediabilmente legato, costretto in una dolce prigionia di ricordi e sentimenti. Il suo nome, proprio per l’ingenuità che lo contraddistingue, evoca il concetto stesso di paese, ben decifrato da Cesare Pavese nel suo capolavoro ultimo “La luna e i falò”: «Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti».

Da questa definizione pavesiana è facile comprendere come Capracotta rappresenti il paese dei capracottesi, per antonomasia. Esso è villaggio e fu città. Ma soprattutto è Patria, poiché quest’ultima non è soltanto il centro geografico in cui si viene al mondo ma rappresenta anche il luogo, fisico o spirituale, che si elegge a stendardo di se stessi, del proprio io più intimo e profondo. Patria può essere una nazione, un’etnia, una città, una persona amata, e, come un Giano bifronte, sempre si trascina dietro un sentimento di segno opposto. Nel caso d’un paese esso è il campanilismo.

Ed anche in questo sta la natura del tipo capracottese, geloso ed iperprotettivo verso quel grumo di case arroccate, tanto da innalzarlo ad eterno perfettibile, a punto estremo oltre il quale non può esistere nient’altro di più alto e desiderabile. Con ingombrante faziosità Capracotta non è dunque il paese della perfezione ma ne rappresenta appieno la tensione. Da sempre lo stanziale e l’emigrato battibeccano circa la vera capracottesità: il primo convinto che a fregiarsi del vanaglorioso titolo possa essere soltanto chi abiti stabilmente a Capracotta, sulla base della convivenza cogli avversi agenti atmosferici; l’altro, con l’occhio disincantato e nostalgico di chi la patria l’ha perduta, si erge a capracottese sulla base dei continui ritorni. È una battaglia senza vincitori.

Capracotta, semplicemente, sta là.

Quella che ci apprestiamo a fornire in questo primo volume è una modesta guida a ciò che, con estrema immodestia, abbiamo definito letteratura capracottese: quella mole di romanzi, saggi, scritti, articoli e relazioni di autori capracottesi, o in cui compare – più o meno assennatamente – la parola a noi più cara, Capracotta.

Abbiamo suddiviso la guida in nove capitoli: nel primo parleremo del suo toponimo; il secondo si occuperà della geografia fisica e antropica di Capracotta; il terzo dei rinvenimenti archeologici sul suolo capracottese, primo fra tutti quello della Tavola Osca; il quarto capitolo tratterà della storia feudale e della successione nobiliare; nel quinto inseriremo le opere degli e sugli uomini illustri partoriti dalla nostra terra; nel sesto lo spirito e le vicende religiose; il settimo capitolo racconterà la pratica della transumanza e l’emigrazione capracottese in generale; l’ottavo approfondirà il brigantaggio e la Reazione del 1860 – che la moderna storiografia tende a far collimare – e i primi fermenti liberali; nel nono e ultimo capitolo descriveremo invece i costumi e gli aneddoti più curiosi del nostro popolo di montagna.

Nel libro verranno proposti stralci e frammenti provenienti da quasi quattrocento prime edizioni, pubblicate perlopiù fino a tutto il XIX secolo, con incursioni obbligatorie nel XX e XXI secolo, dei quali ci occuperemo più a fondo – questo il nostro fermo intendimento – in un secondo tomo da rilasciare l’anno venturo. Il lettore non dovrà aspettarsi una guida letteraria, ovvero il corrispettivo di un tradizionale itinerario storico-artistico traslato sul fronte letterario. Al contrario, la nostra sarà una guida alla letteratura, nel senso che abbraccerà innumerevoli discipline, e il suo intento sarà quello di segnalare al lettore i riferimenti bibliografici legati alla nostra gente e al nostro villaggio, siano essi geografici, giuridici, scientifici o teologici.

La selezione della bibliografia è avvenuta sulla base dell’importanza storico-letteraria dei volumi stessi, riducendo al minimo il ricorso a quotidiani, periodici, enciclopedie, atti, manoscritti, guide promozionali e riviste di settore, che, qualora presenti, sono state scelte per l’originalità dei contenuti. L’impegno profuso è stato massimo, sia nella ricerca bibliografica che nella chiarezza espositiva, ma sappiamo sin da ora che la nostra guida avrà più d’un difetto, primo fra tutti quello dell’incompletezza, data l’insperata quantità di libri che citano l’amata Capracotta.

Colui che scrive queste righe farà di tutto per acquattarsi, nascondersi, sottrarsi alla vista del lettore, lasciando che a parlare siano gli scrittori veri, i romanzieri, gli artisti, i poeti, gli scienziati, tutti coloro che di letteratura han vissuto e per essa impiegato forze vive. Possiamo d’altronde rassicurare il lettore circa la bontà e la genuinità di chi andrà a far opera di raccordo e traduzione fra tutte le opere menzionate.

Terminati i convenevoli introduttivi, non resta che fidarsi di questa “Guida alla Letteratura Capracottese” e del suo curatore, dunque abbandonarsi alla passione per le cose capracottesi d’un tempo, proprio come fece il grande pittore impressionista Richard Heintz durante il suo lungo soggiorno italiano. Al lettore curioso e appassionato, sedotto innamorato, al vero capracottese, auguriamo buona lettura!

Francesco Mendozzi

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