La Pretura di Capracotta

La presenza di una Pretura mandamentale è attestata a Capracotta fin dal 1859, ove ha continuato ad operare fino al 1998 (dal Sistema Guida generale degli Archivi di Stato Italiani). In questi circa 140 anni, oltre a mutare i regimi istituzionali (dal Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia e poi col Fascismo fino alla Repubblica), sono cambiate anche le competenze affidate al Pretore.

Inizialmente svolgeva la funzione di giudice monocratico cui era affidata la giurisdizione in materia civile e penale solo per reati di minore gravità, mentre a partire dal 1999 sono state modificate le competenze per i giudizi civili e nel 2000 per i processi penali: le nuove competenze riguardano il Giudice Unico di primo grado per i processi di maggior rilevanza e i Giudici di Pace per i casi di rilevanza minore.

Una targa della Pretura di Capracotta è conservata nel “Museo della Civiltà Contadina e dei Vecchi Mestieri”, ospitato nei locali del Comune in piazza Stanislao Falconi. Le due buste da lettera che vengono qui presentate, sono le uniche che sono riuscito a reperire nel corso degli anni: la prima che porta la data dell’ 11/9/1873 fu spedita dal “Pretore del Mandamento di Capracotta” al Cancelliere della Corte di Appello di Napoli, l’altra invece è una raccomandata che ha compiuto il percorso inverso, spedita da un avvocato di Napoli al Cancelliere della Pretura  di Capracotta in data 21/7/1926: non ci è giunto il testo delle missive, ma anche se ciò fosse avvenuto, non lo avrei pubblicato, per rispetto nei confronti di chi non c’è più.

Se nella prima risalta il timbro a secco del Pretore e trionfa il “bello scrivere” con “svolazzi ” calligrafici di rara eleganza, la seconda è impreziosita da due francobolli  della serie “VII° Centenario Francescano”,  da 60 centesimi  l’uno, che il Regno d’Italia emise il 30/1/1926 in un serie completa di 8 valori.

Resta sempre valido l’invito rivolto ai lettori, nel caso avessero del materiale ,a volerlo condividere su questo sito, al fine di incrementare e migliorare una ricerca che faccia partecipi tutti di ciò che può riguardare  in un modo o nell’altro  il nostro amato paese.

Paolo Trotta