«Libertas». Un tuffo nella piazza Falconi degli anni Cinquanta

Una foto antica di piazza Stanislao Falconi. E un titolo «Libertas». Ci ha pensato l’architetto Franco Valente a scuotere i capracottesi dal torpore di un pomeriggio invernale con la pubblicazione sulla propria pagina facebook di una immagine di Capracotta degli anni Cinquanta tratta dal suo archivio personale. Ci sono due uomini col cappotto a ruota, la macchina del medico condotto (sul parabrezza è visibile un adesivo circolare che sembra contenere il bastone di Asclepio, simbolo della medicina) e, immediatamente dietro, un camion per la raccolta del ferro vecchio. Sul fianco dei due automezzi, un edificio mezzo diroccato dove oggi si trova l’ampio spiazzo con i tavolini del servizio esterno del bar dello Sci Club. Sulla destra, poco prima del portone dello Sci Club è visibile l’insegna del vecchio bar di Bernardo Santilli. Più avanti, alcuni cavalli sostano davanti all’ingresso del palazzo municipale. Oltre, si notano i gradoni della parte terminale di via santa Maria delle Grazie. Al centro, lo stemma della Democrazia Cristiana domina l’intera scena.

In quel periodo, piazza Stanislao Falconi era il centro nevralgico della vita di Capracotta. Durante le feste gli ambulanti forestieri esponevano la loro merce. Oltre cento mietitori terminavano a Capracotta la loro stagione di lavoro iniziata nei campi del Tavoliere della Puglia  e la sera sostavano di fronte allo Sci Club in attesa di essere chiamati al lavoro per il giorno successivo. Infine, gruppi di ragazzini giocavano a “sbirre e scutanne” rincorrendosi allegramente e il prezioso orologio della Torre rintoccava ogni quarto d’ora.