A volte può succedere…

Pubblichiamo la prefazione del volume “Baccari, d’Avalos, Petra e Pizzella: altomolisani nella chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani a Roma”, stampato dall’Associazione “Amici di Capracotta” per l’estate 2019, che sarà presentato dagli autori Domenico Di Nucci, Francesco Di Rienzo, Claudio Iannone e Paolo Trotta a Vastogirardi mercoledì 7 agosto alle ore 18.00 presso piazza Salvucci, a Capracotta domenica 11 agosto 2019 alle ore 17.30 presso la scalinata di piazza Stanislao Falconi e a Poggio Sannita sabato 17 agosto alle ore 17.30 presso la Sala Multimediale dell’ex Palazzo Ducale.

Questa pubblicazione nasce da una scoperta fatta, un paio d’anni fa, in maniera del tutto casuale da uno degli autori, Paolo Trotta. Da tempo, rimuginava l’idea di rintracciare la tomba del vescovo capracottese Bernardo Antonio Pizzella. Sul libro di Luigi Campanelli, “Il Territorio di Capracotta” del 1931, aveva letto: «Morì a Roma nel 1760 e sul sepolcro in San Pietro v’è una lapide che ne ricorda il nome e la Patria». Così, una mattina di fine agosto dell’anno 2016, si reca appositamente nella Basilica di San Pietro per trovarla. Eppure, nella lista dei vescovi, cardinali e dignitari sepolti lì, il nome del Pizzella non c’è. Arriva persino a contattare il cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica e Prefetto della Fabbrica di San Pietro. Da una ricerca da lui ordinata, però, non emerge nulla di particolarmente interessante. Tra l’altro, il “Diario della Basilica” del 1760, anno della morte del Pizzella, è irreperibile. Nel mese di maggio del 2017, Paolo Trotta chiede all’allora rettore della chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani in via Giulia a Roma, Mons. Natalino Zagotto, suo vecchio collega al Vicariato e compagno di seminario a Chieti del sacerdote capracottese don Antonio (Ninotto) Di Lorenzo, di poter fotografare la lapide funeraria del vescovo capracottese di Bojano Nunzio Baccari scomparso a Roma nel 1738 e sepolto in quell’edificio sacro. Va ma non si accorge di trovarsi nel posto giusto. Lo capirà qualche mese più tardi, a ottobre, in occasione della messa di trigesimo dello stesso Zagotto che viene celebrata proprio nella chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani. Vicino al banco dove è seduto, legge su una lapide del pavimento: «Bern. Ant. Pizzelli Samnis (…) obiit Romae XXIII Ian MDCCLX».

Da quel momento, all’interno dell’Associazione, è maturata l’idea di approfondire gli studi e le ricerche sulle vicende terrene di entrambi gli alti prelati capracottesi e di tutti gli altri personaggi altomolisani collegati in vario modo alla storia dell’antica chiesa nazionale dei sudditi del Regno di Napoli (e delle Due Sicilie, poi) nella Capitale della Cristianità in quell’ottica di promozione del territorio in chiave comprensoriale inaugurata lo scorso anno con la stampa del testo “Gli accordi militari del 1495 di Agnone, Capracotta e Vastogirardi”. Così, pian piano, gli autori hanno ricostruito le storie personali e familiari, svanite o distorte nella memoria collettiva della comunità altomolisana per l’inesorabile trascorrere del tempo, dei seguenti nostri illustri conterranei: il cardinale Innico d’Avalos d’Aragona, promotore e sostenitore dell’Arciconfraternita dello Spirito Santo dei Napoletani presso la corte pontificia e fratello dell’ultimo feudatario di Vastogirardi del suo Casato; i vescovi capracottesi Bernardo Antonio Pizzella, Nunzio e Francesco Baccari; il cardinale Vincenzo Petra, figlio del primo duca di Vastogirardi della famiglia Petra (Carlo) e zio del secondo (Nicola) e Maria Cuccovilla, moglie di un nipote del vescovo Pizzella e fondatrice di un rinomato salotto culturale nella Roma del XVIII secolo. Maria Pia Sanfelice, figlia del duca di Bagnoli del Trigno, don Fabio, e della seconda moglie Matilde Ricciardi dei conti di Camaldoli, è morta troppo presto (meno di un anno) per poterne raccontare la vita.

Gli autori hanno voluto poi arricchire ulteriormente il volume con le biografie degli altri uomini e donne sepolti nella chiesa per offrire un quadro quanto più chiaro e preciso del ruolo attrattivo svolto nel corso dei secoli dalla chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani verso quei “regnicoli”, cioè i sudditi del vasto Regno dell’Italia Meridionale, emigrati a Roma.

Un particolare ringraziamento va a Sua Eminenza il Cardinale Angelo Comastri, Vicario della Città del Vaticano, Arciprete della Basilica di San Pietro e Prefetto della Reverenda Fabbrica di San Pietro, al Vescovo di Trivento, Sua Eccellenza Monsignor Claudio Palumbo, al Rettore della chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani a Roma, Monsignor Maurizio Piscolla; al direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Roma dott. Domenico Rocciolo, al parroco di Poggio Sannita don Paolo Del Papa, al parroco di Monte San Giovanni Campano don Giacinto Mancini, al fondatore del portale “Nobili-Napoletani.it” dott. Pasquale Cavallo, al funzionario dell’Archivio di Stato di Napoli dott. Gaetano Damiano e alle amiche Antonella Radice e Paola Baccari per la preziosa collaborazione nella stesura del testo e alle amministrazioni comunali di Capracotta, Poggio Sannita e Vastogirardi (uscente ed entrante) per il patrocinio all’opera.

 Domenico Di Nucci

Presidente Associazione Amici di Capracotta