Tred Technology srl: un’azienda di successo con un’anima capracottese

L’imprenditore capracottese Antonio Di Rienzo

Tred Technology, con sede in Ripalimosani (CB), vuol dire Anna e Alessandro Di Rienzo, vuol dire, soprattutto, Antonio Di Rienzo, insomma vuol dire un’anima capracottese nelle tecnologie del settore agroalimentare. Infatti, opera nei settori delle trasformazioni ortofrutticole e del pomodoro, dell’essiccazione e dell’estrazione di oli essenziali, nel lattiero caseario e nella lavorazione del polline, del tartufo e della castagna. La partecipazione alle fiere agricole è cosa normale per la promozione e la vendita dei macchinari o meglio dire compact laboratori per la lavorazione dei prodotti nei settori menzionati.

La Tred Technology è il punto di arrivo di una evoluzione tecnologica iniziata tanti anni fa da Antonio Di Rienzo assieme ad alcuni soci che fondano l’azienda incentrata sulla lavorazione dell’acciaio prima nel settore dell’arredo di pubblici esercizi (bar, ristoranti, ecc.) e poi nel settore della raccolta e della lavorazione del latte (serbatoi e piccoli laboratori caseari). L’esperienza accresce le competenze e il raggio d’azione dell’azienda di estende, con successo, anche a lavorazioni di prodotti dell’agroalimentare. Nel 2004, nasce la Tred ed entrano in società i figli di Antonio: Anna, laureata in Economia e Commercio, e Alessandro, laureato in Ingegneria Meccanica con specializzazione in robotica. Nel 2014, un altro salto di qualità. Nasce la Tred Technology srl intestata ad Anna e Alessandro allargando sempre più la presenza nel settore agroalimentare, nello specifico nei settori delle trasformazioni ortofrutticole e del pomodoro, dell’essicazione e dell’estrazione di oli essenziali, nel lattiero caseario e nella lavorazione del polline, del tartufo e della castagna. Insomma, un continuo crescendo di idee e prodotti che tiene l’azienda al passo dei tempi. Chiaramente, sempre sotto l’occhio vigile del capostipite Antonio, che, ad oggi anche se in pensione, non lesina consigli e idee ai due rampolli.

Antonio Di Rienzo rappresenta il classico self made man come quei tanti personaggi della piccola industria italiana di umili origini che, negli anni sessanta, grazie alle loro qualità, hanno creato dal nulla le proprie posizioni economiche e sociali. Infatti, Antonio è proprio uno di quelli che non ha alle spalle una tradizione industriale, forse nel dna nasconde qualche traccia di imprenditorialità ereditata nella famiglia paterna con il nonno, Matteo e figli, impegnati in attività boschiva e nel nonno materno, Sebastiano, gestore (massaro) nel settore della pastorizia. Il padre, Francesco, era un ambulante di carboni al dettaglio ma nulla di industriale. Il merito dei genitori, però, è stato quello che, con grossi sacrifici e senso di responsabilità di Antonio, di suo fratello e delle due sorelle, ha consentito loro di studiare. Antonio è il terzo della covata, si è diplomato in Perito Meccanico e, dopo una serie di passaggi, con successo approda al mondo industriale, lasciando in eredità un’attività che sicuramente i figli porteranno sempre più in alto.

Antonio, in breve, sopra abbiamo ricordato alcuni passaggi che hanno segnato il tuo inserimento in un mondo estraneo alla tua tradizione familiare, quando è iniziata la tua avventura?

Tutto inizia nel lontano nel 1973 con la selezione di circa venti giovani per un corso di formazione presso un’azienda del Nord Italia che produce vasche refrigeranti latte alla stalla per un insediamento produttivo degli stessi a Campobasso. Dopo circa un anno si ritorna a Campobasso ma l’accordo tra l’azienda del Nord e i futuri soci salta. Dopo un periodo di riflessione, uno dei soci locali grazie a un appoggio politico decide di partire con la produzione ma l’attività, nata politicamente, muore politicamente dopo un paio di anni. E così si rimane senza occupazione.

E che succede?

Fortunatamente eravamo ancora negli anni della ripresa economica e credendo nell’attività che avevamo creato decidemmo con un giovane imprenditore e altri tre ragazzi di continuare a lavorare l’acciaio inox, attività unica nel Molise e presente solo con altre tre o quattro realtà nel Centro-Sud. I pochi soldi messi a capitale per avviare l’attività finirono in poco tempo. Si presentavano le prime difficoltà ma, nonostante tutto, si continuava ad andare avanti. Dopo due anni, però, tre soci non se la sentirono più di restare e se ne andarono. E rimanemmo io e l’altro socio, in due, a credere in questo lavoro e proseguimmo l’attività.

In che cosa consisteva il vostro lavoro?

Inizialmente ci siamo dedicati alla produzione di arredamenti di esercizi pubblici della ristorazione (bar, pasticcerie, pizzerie). Poi abbiamo esteso l’attività alla realizzazione di furgoni bottega per lo street food ambulante.

E tu che ruolo ricoprivi?

Mi sono sempre interessato alla progettazione e allo sviluppo del prodotto, ruolo che ho sempre ricoperto anche nei passaggi successivi dell’evoluzione dell’azienda.

E quali sono stati i passaggi successivi a questa prima fase produttiva?

Sollecitati dalle richieste di mercato del settore lattiero-caseario incominciammo a credere che in quel campo c’erano buone possibilità di poterci inserire. Iniziammo con la costruzione di piccole cisterne per la raccolta del latte dalle stalle ai caseifici. A contatto con queste piccole realtà della produzione e della lavorazione del latte ci venne l’idea di orientare la nostra attenzione a macchinari che potessero portare la tecnologia della grossa azienda alle piccole e medie imprese con la voglia di produrre in proprio per dare un valore aggiunto a proprio lavoro. Nacque così il “minicasaro” o “minicaseificio” che ancora oggi permette a piccoli e medi produttori di trasformare il proprio latte in prodotti caseari.

I fratelli Anna e Alessandro Di Rienzo, soci della Tred Technology srl

Intanto, l’azienda cresce, per fortuna crescono anche le vostre famiglie e l’organico viene ampliato con l’ingresso nell’organico di queste giovani leve di famiglia.

Il mercato di vendita si allargava su tutta Italia con discrete puntate all’estero, mia figlia Anna s’era laureata in Economia e Commercio e, nel contempo, anche la figlia dell’altro socio: così entrambe irrobustirono il nostro organico. Nell’anno 2000 muore l’altro socio e la convivenza con gli eredi incomincia a farsi difficile. Per cui si pensò di dividersi e creare un’azienda satellite chiamata “Tred” che doveva svolgere attività di ricerca e sviluppo. Successivamente anche l’altro figlio Alessandro si laurea in Ingegneria Meccanica a indirizzo Robotica. Per cui, di comune accordo con i precedenti partners, ci separiamo e rafforziamo il marchio “Tred” facendolo diventare “Tred Technology srl.”, soci Anna e Alessandro Di Rienzo.

Quindi nuova società, nuovi prodotti?

Sì. Grazie all’esperienza accumulata negli anni e all’apporto conoscitivo dei due figli, si creano le condizioni per allargare l’orizzonte produttivo e nuovi settori dell’agroalimentare e precisamente quelli delle trasformazioni ortofrutticole e del pomodoro, dell’essiccazione e dell’estrazione di oli essenziali, quello lattiero caseario e la lavorazione del polline, del tartufo e della castagna.

Ora tu sei in pensione, hai, però, ancora tante energie ed esperienza da vendere, non credo che te ne stai con le mani in mano.

No, mi rendo ancora utile. Con meno assillo di prima ma la mia presenza fisica e spirituale è sempre al loro fianco.

Non avevo dubbi. Buona fortuna.

 

Matteo Di Rienzo