O a Napulǝ ngarrὸzza ó alla Macchia a fa rǝ carvùnǝ

Il marchese Mario d’Alessandro di Civitanova con la moglie alla guida di una delle sue carrozze

A Napoli in carrozza o alla Macchia a fare i carboni. Questo antico proverbio capracottese sembrerebbe essere, in realtà, originario di Roma dato che è testimoniato nella cultura popolare romanesca (O a Napoli ‘n carozza o ‘a macchia a fa’ er carbone) e, non a caso, anche in quelle dell’Umbria (O a Napoli n’carrozza o alla macchia a fa l’ carbone) e delle Marche (A Napoli in carrozza o a la macchja a fa carbò), cioè due territori storicamente appartenuti allo Stato della Chiesa e gravitanti culturalmente per secoli proprio intorno alla Città Eterna.

Si riferisce, in senso metaforico, a chi non accetta mezze misure ed è pronto a rischiare il tutto per tutto pur di migliorare la propria condizione di vita. Insomma: o la va o la spacca!

Napoli è stata per secoli la più grande e popolosa città della penisola italiana e la capitale politica del Mezzogiorno d’Italia e, in quanto tale, ha ospitato una ricca e fastosa aristocrazia che faceva dello sfarzo l’emblema del proprio potere. In quest’ottica, proprio lo sfoggio di lussuose carrozze in lunghe passeggiate per le principali strade giocava un ruolo fondamentale in questa gara all’ostentazione se solo si pensi anche all’esistenza di un rigido codice sul diritto di precedenza legato alla gerarchia nobiliare dei rispettivi proprietari.

Un altro vecchio proverbio rende bene l’idea di grandiosità che i marchigiani dell’Ottocento avevano di Napoli: “Napuli pe’ grannezza, Firenze pe’ bellezza e Roma pe’ santità” (Napoli per grandezza, Firenze per bellezza e Roma per santità).

Se, dunque, il proverbio ha origini romane, allora dobbiamo dedurre che la “Macchia” (nel significato di “bosco”, ”boscaglia”) citata non sia la medesima località situata nel territorio di Capracotta e che, probabilmente, proprio questa omonimia abbia potuto favorirne la recezione nella cultura popolare capracottese, rinforzata da quel riferimento al “fare i carboni”  che, tra l’Ottocento e il Novecento, è stata una delle attività professionali di tanti capracottesi.

Francesco Di Rienzo

Bibliografia:

F. Canolla, Cannellora, cannellora. 2.700 proverbi dai dialetti dell’Umbria, Tipolitografia Renzi, 2006

AA.VV., Chǝ m’accundǝ? Lemmi e motti della parlata capracottese, Amici di Capracotta, Tipolitografia Cicchetti, Isernia, 2016

L. Castellani, Proverbi marchigiani, Aldo Martello Editore, 1973

G.A. Cibotto – G. Del Drago, Proverbi romaneschi,  Giunti La Stampa, Firenze, 1993

A. Carrella, Spigolature e curiosità di Roma antica e proverbi, Europa Edizioni, 2022