La chiesa di santa Lucia a Capracotta. Foto: Vincenzo Fiadino (2024)
Avevo circa dieci anni quando il mio maestro ci spiegò che la Terra gira attorno al Sole e che questo movimento determina le quattro stagioni: primavera, estate, autunno e, in particolare, l’inverno, che inizia poco prima di Natale, esattamente il 22 dicembre, giorno del solstizio invernale.
Nel giorno di santa Lucia, sentii affermare:
- “Auòiɘ è rɘ trìdɘciɘ dɘ dɘciémbrɘ, sànda Lucia, dà ècchɘ a sié mìscɘ è sànd’Andonie, è arménute ‘n’àrra vòta rɘ viérnɘ” (Oggi è il 13 dicembre, santa Lucia; da qui a sei mesi sarà sant’Antonio, è tornato un’altra volta l’inverno).
Restai meravigliato: non era ancora passato questo inverno e già si pensava al prossimo.
- “Oggi è il giorno più corto dell’anno”, rimanendo confuso.
Il giorno seguente chiesi chiarimenti al mio maestro, Onorino: “Ci avete detto che il giorno più corto coincide con l’inizio dell’inverno e che dopo di esso le giornate cominciano ad allungarsi, mentre tutti sostengono che il giorno più corto è proprio il 13 dicembre?”.
Il maestro rispose: “È vero, il giorno più corto coincide con il solstizio d’inverno, che si verifica il 22 dicembre. L’idea che santa Lucia rappresenti il giorno più corto è solo un detto popolare”.
La sua spiegazione mi sembrò sufficiente, ma nel tempo avvertii l’esigenza di approfondire questa confusione, scoprendo che, sebbene ci sia un fondo di verità, il detto popolare è in realtà fuorviante.
Solstizio nel complesso megalitico di Stonehenge
La storia inizia circa 10.000 anni fa, quando gli uomini, a causa dell’aumento della temperatura atmosferica, iniziarono a praticare l’agricoltura. Ci vollero altri 6.000 anni per sviluppare un calendario che regolasse i tempi di semina. Gli Ebrei furono tra i primi a creare un calendario, basato sulla data della creazione del mondo nel 3760 a.C. Questo calendario ebraico si fonda sui cicli della luna e del sole ed è composto da dodici mesi, ognuno di 29 o 30 giorni, per un totale di 354 giorni. Tuttavia, poiché le festività ebraiche devono coincidere con le stagioni agricole dell’anno solare (365 giorni), è necessario compensare la differenza di undici giorni tra i due tipi di anno. Per questo motivo, un tredicesimo mese viene aggiunto sette volte ogni diciannove anni. Il calendario gregoriano è il più diffuso, ma non è l’unico.
Nel 45 a.C., Giulio Cesare introdusse un calendario di 365 giorni e 6 ore. Per mantenere il calendario allineato con le stagioni, fu istituito un giorno extra ogni quattro anni (anno bisestile).
Nel 325 d.C., durante il Concilio di Nicea, fu stabilito il principio che regola la data della Pasqua cristiana: essa cade la domenica successiva alla prima luna piena di primavera. All’epoca, l’equinozio di primavera era fissato al 21 marzo, diventando così la data di riferimento.
Tuttavia, il calendario giuliano perdeva circa 11 minuti ogni anno, causando uno spostamento delle date reali degli equinozi e dei solstizi, con una perdita di un giorno ogni 128 anni, che portava a un disallineamento con le stagioni.
Per riportare l’equinozio di primavera al 21 marzo, Papa Gregorio XIII, il 24 febbraio 1582, consultò i migliori astronomi dell’epoca e decise di sopprimere 10 giorni del calendario giuliano, stabilendo che il giorno successivo al giovedì 4 ottobre 1582 fosse il venerdì 15 ottobre. Di conseguenza, anche il solstizio invernale, che prima si verificava poco prima del 13 dicembre, fu spostato al 22 dicembre, mentre la festa di Santa Lucia rimase fissata al 13.
Lavinia Fontana, Ritratto di papa Gregorio XIII (anni 1570/80)
Curiosamente, nel 1582, molti contadini si rifiutarono di accettare il nuovo calendario introdotto da Papa Gregorio XIII. Accusavano il Papa di aver “rubato” 10 giorni, temendo che questo potesse accorciare le loro vite. Inoltre, nutrivano il sospetto che si trattasse di un astuto stratagemma dei ricchi per ingannarli. In risposta a queste preoccupazioni, i sacerdoti cercarono di persuaderli, raccontando una menzogna: affermarono che i santi avrebbero compiuto miracoli seguendo il nuovo calendario.
Il calendario gregoriano è oggi utilizzato in quasi tutto il mondo, ma al momento della sua introduzione, molti paesi lo rifiutarono. Spagna, Portogallo e Italia lo adottarono subito. Germania e Olanda si convinsero ad adottarlo solo nel 1700, l’Inghilterra nel 1752, la Cina nel 1912 e Russia, addirittura, nel 1940.
Ritorniamo al calendario. Da quel momento, i cristiani si distaccarono dal calendario ebraico e introdussero, nel calcolo della data di Pasqua, l’equinozio di primavera come punto di riferimento.
In questa circostanza, la saggezza popolare deve cedere il passo alla storia. Infatti, il giorno più corto dell’anno è il 21 o il 22 dicembre, giorno in cui si verifica il solstizio d’inverno.
Tuttavia, NON È DEL TUTTO ERRATO AFFERMARE CHE IL 13 DICEMBRE È IL GIORNO PIÙ CORTO DELL’ANNO perché in quei giorni vengono percepite le giornate più brevi dell’anno, andiamo a scoprire perché:
Quando si valuta l’allungamento delle giornate, prestiamo maggiore attenzione all’ora in cui tramonta il sole, notando il buio che avanza, piuttosto che al sorgere dello stesso. Non c’è perfetta simmetria tra l’ora di alba e quella di tramonto, e quindi non coincidono il giorno con il tramonto minimo e quello con l’alba massima.
Alla latitudine di Roma (41,9 gradi), nel dicembre 2024, il giorno con il tramonto più anticipato si avrà dal 2 al 13 dicembre.
Orario alba e tramonto a Roma nel mese di dicembre 2024:
Il 21 dicembre sarà effettivamente il giorno in cui le ore di luce raggiungeranno il minimo annuale: sarà il giorno “più corto” tra i 365 che compongono l’anno. Tuttavia, alla luce di queste informazioni, possiamo affermare che il giorno di Santa Lucia è sicuramente uno dei giorni con i tramonti più brevi dell’anno.
PERCHÉ SI FESTEGGIA SANTA LUCIA?
Un tempo, il solstizio d’inverno cadeva proprio il 13 dicembre e, in tale occasione, nelle campagne si usava praticare una sorta di perequazione: chi aveva avuto raccolti più abbondanti ne donava una parte ai meno fortunati.
Il culto di Santa Lucia, protettrice della vista, risale a una giovane di nobile famiglia siracusana che pagò con la vita il rifiuto di sposare un pagano durante le persecuzioni di Diocleziano. Questo culto si diffuse soprattutto nei paesi del nord Europa, dove santa Lucia è celebrata come portatrice di luce in grado di porre fine al lungo buio delle latitudini settentrionali.
La ricorrenza di Santa Lucia è particolarmente sentita in Svezia, dove la tradizione prevede che il 13 dicembre una ragazza vestita di bianco, con una corona di candele accese sulla testa, la personifichi e guidi una processione di altri giovani vestiti da elfi. In questa tradizione, Santa Lucia viene considerata una sorta di Babbo Natale, poiché in questo giorno i bambini ricevono regali. La Santa, a dorso del suo asinello, porta doni ai bambini buoni che le scrivono una lettera per esprimere i loro desideri.
Oltre alla Svezia, la festa di Santa Lucia è celebrata anche in Finlandia, Polonia, Russia, Danimarca e Repubblica Ceca. Anche in Italia la festività è molto sentita a Capracotta, Bergamo, Lodi, Mantova e Pavia, nonché in Sicilia (Siracusa e Catania), dove i bambini scartano i doni, anticipando in tutto e per tutto il Natale (anche se molti di loro faranno poi il bis di regali).
Un momento della processione di santa Lucia a Capracotta. Foto: Amedeo Di Tella (2022)
In particolare, la tradizione è sentita a:
- Brescia, e provincia, dove i bambini aspettano il 13 dicembre con trepidazione: la leggenda popolare vede passare Santa Lucia casa per casa, con un carretto trainato da un asinello pieno di doni che si annuncia con il suono di una campanella d’argento.
- Palermo si festeggia oggi la fine della carestia del lontanissimo 1646, proprio perché quel giorno arrivò un bastimento carico di cereali che sfamarono la popolazione!
Filastrocche di santa Lucia:
Costantino Giuliano