Il rifugio segreto dei giovani fumatori di Capracotta

Al temine delle scuole medie o ai primi delle superiori si poneva un nuovo problema d’estate a Capracotta: nelle città di provenienza più di qualcuno aveva iniziato a fumare di contrabbando, ma a Capracotta dove si poteva fumare senza correre rischi di venire sorpresi dai parenti?

Per “fumare” intendo sigarette, non altro!

La villa era poco consigliabile visto il via vai di telecamere di ogni età, al campo sportivo si correva il rischio di essere redarguiti dai più grandi, i quali ti sequestravano la sigaretta come atto di salvaguardia della tua salute, per poi fumarsela loro.

La pinetina della Madonna e quella di San Giovanni avrebbero potuto svolgere bene l’incarico, ma anche qui c’era sempre il rischio di qualche telecamera vagante.

Alla fine, dopo svariati tentativi ed esperimenti (c’è stato pure qualcuno che si è trovato a dover reggere in mano 5 o 6 sigarette accese a causa dell’inaspettata comparsa di parenti o conoscenti), finalmente scoprimmo il posto adatto.

Era poco trafficato, dopo vari appostamenti e un referendum sul numero di coloro che vi transitavano abitualmente, decidemmo di sfruttare in maniera vergognosa questa “location”.

Arrivati alla discesa dopo il Corso, prima di imboccare Via Roma, sulla destra dietro il negozio allora tenuto da Genoveffa (che gestiva, manco a farlo apposta, una delle rivendite di sali e tabacchi del paese all’epoca), una rientranza conduceva a quella che oggi è la via intitolata a Giovanni Paglione: in breve tempo divenne un vero e proprio deposito di cicche!

Paolo Trotta