Il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei
Oggi desideriamo ricordare il legame profondo che unisce Capracotta alla devozione per la Beata Vergine del Rosario di Pompei. Non solo per la supplica che, l’8 maggio, risuona sulle labbra dei fedeli di tutto il mondo ma soprattutto perché in questa data si celebra l’anniversario della posa della prima pietra del celebre Santuario mariano di Pompei, avvenuta nel 1876.
Questa imponente chiesa sorse grazie al fervore spirituale e all’instancabile opera del Beato Bartolo Longo e della contessa Marianna Farnararo De Fusco. La sua costruzione fu resa possibile dalla generosità di migliaia di devoti, tra cui spicca l’impegno straordinario della nobiltà napoletana e, in particolare, del duca e della duchessa di Capracotta: don Giovanni Piromallo Capece Piscicelli e donna Angela Macario.
Come testimonia lo stesso Bartolo Longo nel suo libro Storia del Santuario di Pompei, la duchessa, mossa da profonda fede e spirito caritatevole, fu tra le prime nobildonne a partecipare alla raccolta dell’offerta di un soldo al mese promossa dalla contessa De Fusco su indicazione del vescovo di Nola mons. Giuseppe Formisano, per finanziare i lavori.
La «fraterna amicizia» tra Bartolo Longo e «l’ottimo Duca di Capracotta» svolse, inoltre, un ruolo fondamentale per coinvolgere altre nobili famiglie dell’aristocrazia partenopea, le quali non fecero mancare il proprio sostegno economico per erigere una chiesa degna della Vergine del Rosario in quella che, all’epoca, era denominata semplicemente “Valle di Pompei”: un territorio povero e desolato, diviso amministrativamente tra i Comuni di Boscoreale, Scafati e Torre Annunziata.
Il loro slancio non si esaurì con la costruzione del santuario: la duchessa Angela Macario figura anche tra le benefattrici dell’Orfanotrofio Femminile di Pompei, un’altra opera caritatevole fondata da Bartolo Longo per accogliere e istruire le giovani orfane, educandole nella fede e nella dignità. Nel giro di un anno, dal mese di maggio del 1887 a quello del 1888, i nomi dei visitatori e delle visitatrici appartenenti alle classi più elevate della società del tempo furono talmente numerosi da far sembrare l’albo dell’Orfanotrofio un vero e proprio registro nobiliare. E tra i tanti nomi dell’aristocrazia presenti, ci sono anche quelli del duca e della duchessa di Capracotta (e anche di Vastogirardi, volendoci limitare all’Alto Molise).
Il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei ha dunque un valore altamente simbolico per la nostra cittadina. Il Duca e la Duchessa Piromallo Capece Piscicelli, animati da una fede sincera e da un autentico spirito di carità cristiana, diedero un importante contributo per la fondazione del Santuario e dell’Orfanotrofio femminile. Grazie al loro impegno, riuscirono a mobilitare l’aristocrazia napoletana, promuovendo un’opera di solidarietà che, ancora oggi, continua a toccare il cuore di milioni di fedeli. In questo modo, il nome di Capracotta si intreccia in modo indelebile con la storia sacra di Pompei, rendendo il legame tra i due luoghi un capitolo di fede che perdura nel tempo.
Francesco Di Rienzo
Bibliografia:
B. Longo, Storia del Santuario di Pompei dedicato alla Vergine SS. del Rosario, Vol. I, Scuola Tipografica Editrice Bartolo Longo, Valle di Pompei, 1890
Calendario del Santuario di Pompei per l’anno 1896, Scuola Tipografica Editrice Bartolo Longo, Valle di Pompei, 1896