Il 4 settembre del 1905, una raccomandata partiva da Capracotta, piccolo comune montano del Molise, conosciuto per il suo clima rigido e le sue tradizioni pastorali. Ma quella lettera, oggi sopravvissuta solo nella sua busta, racconta una storia diversa: una possibile richiesta commerciale, forse proprio legata a una delle eccellenze della regione come il vino.
Destinatario della missiva era il signor Teodorico Ianigro, illustre latifondista di Montagano, figura centrale nella produzione vinicola locale. Nulla sappiamo del contenuto, ma il mittente – ignoto – da Capracotta, e la forma ufficiale della raccomandata, lasciano ipotizzare che si trattasse di una comunicazione importante, forse una richiesta di fornitura di vino.
La famiglia Ianigro era proprietaria di vasti terreni che si estendevano fino al fiume Biferno. Le loro vigne, coltivate con cura, producevano uve pregiate – moscato, uva bianca e uva nera – da cui nascevano vini rinomati, apprezzati in tutta Italia e anche all’estero.
I riconoscimenti ricevuti da Teodorico Ianigro testimoniano l’altissima qualità delle sue produzioni:
- Medaglia d’argento nel maggio 1891 dal Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio per i suoi vini bianco e rosso;
- Medaglia d’argento nel settembre 1898 per le annate 1894, 1896 e 1897;
- Medaglia d’oro nel marzo 1897 per la qualità superiore dei vini;
- Medaglia d’oro conferita il 31 dicembre 1909 dalla Repubblica dell’Ecuador, per i vini bianco e rosso.
Ma il legame tra Capracotta e la famiglia Ianigro non si esaurì in quegli anni. Un altro episodio emblematico avvenne il 16 gennaio 1950, quando l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America, James Dunn, venne a Capracotta in occasione dell’arrivo in paese dello spartineve “Clipper”. In suo onore, durante un pranzo ufficiale presso l’Albergo Vittoria, vennero servite 25 bottiglie da 2 litri di “Sannio Rosso”, un vino particolarmente gradito anche alla moglie dell’ambasciatore. Il vino fu acquistato, per la somma di £ 6.685, proprio presso la cantina Teodorico Ianigro di Montagano.
Capracotta e Montagano, dunque, si presentano come due paesi molisani distanti ma legati da un filo sottile: una bottiglia di vino che racchiude storie di terra, qualità e orgoglio. Tra le pieghe di una vecchia busta e il brindisi di un pranzo ufficiale, si specchiano due date quasi gemelle -1905 e 1950- a ricordarci che l’eccellenza sa attraversare il tempo quando affonda le sue radici nel lavoro, nella dedizione e nella passione autentica.
Francesco Di Rienzo