Certe mattine ti svegli e pensi: «Oggi faccio un salto sul portale governativo ‘Antenati’, così, tanto per curiosare un po’». Poi succede che, tra un clic e un altro, ti ritrovi tra gli atti di nascita del 1853 e… ti imbatti in quello di un trisavolo!
Sì, proprio così. Si chiamava Francescopaolo Di Rienzo ed è nato a Capracotta il 9 febbraio del 1853 da Matteo e Vincenza Sammarone. È stato il primo della mia famiglia paterna a portare il nome del santo d’Assisi. Nel corso del tempo, quel suo nome composto ha perso il “Paolo” ed è diventato una tradizione onomastica familiare: da lui a mio nonno Francesco e, infine, a me.
Ma la cosa ancora più sorprendente è un altro nome presente su quell’atto di nascita, tra i testimoni. Insieme alla levatrice Concetta Policella e a un certo Michele Santilli, compare anche un Domenico Di Nucci, bracciante di 49 anni: un antenato diretto del nostro compianto professor Domenico Di Nucci, con cui nel 2013 ho fondato l’Associazione “Amici di Capracotta”.
Quindi, nel 1853, mentre nasceva il mio trisavolo, a testimoniarlo c’era l’antenato di colui che, oltre un secolo e mezzo dopo, sarebbe diventato il mio instancabile compagno di ricerche e studi sul passato di Capracotta.
Lui testimone di una nascita, io testimone di una memoria. Per anni, io e Domenico abbiamo “camminato” insieme tra archivi, fotografie sbiadite e storie dimenticate. E ora scopro che la nostra collaborazione era scritta… negli atti dell’Ottocento!
Forse, non è solo genealogia: è una trama invisibile che lega due famiglie e due nomi che si rincorrono nei secoli. E così, in fondo, noi abbiamo semplicemente seguito il filo di quel legame che aspettava soltanto di essere svelato.
Francesco Di Rienzo