Piante capracottesi: l’Arctium lappa

L’arctium lappa

L’Arctium lappa o  Bardana maggiore è una pianta erbacea, appartiene alla famiglia delle Asteraceae. In greco “arctium” vuol dire orso mentre in celtico “llap” vuol dire mano: infatti il fiore, con brattee uncinate, come una mano, si attacca a qualunque cosa gli passi vicino.

La pianta in  Italia è abbastanza comune in tutta la penisola e risulta conosciuta fin dall’antichità. Si hanno notizie di antica data della sua coltivazione sia come ortaggio che come  pianta medicinale. La bardana contiene tutta una serie di principi attivi; viene usata come purificante del sangue, depurativa in generale, fungicida, antibatterica, lassativa e diuretica. Viene anche utilizzata per usi alimentari; possono essere mangiati le foglie, i semi ed anche i gambi crudi in insalata .
Il sapore assomiglia a quello del carciofo, a cui la bardana è correlato. Lo studio della particolare caratteristica dei suoi capolini ricurvi, la cui caratteristica più nota è quella di attaccarsi ai vestiti, ha ispirato l’invenzione del sistema apri e chiudi detto Velcro.

A Capracotta la pianta è conosciuta con l’espressione dialettale “re pung’carièglie “. Non erano note le virtù terapeutiche ma era considerata comunque una pianta commestibile. Infatti, i gambi teneri, liberati dalla corteccia, venivano regolarmente mangiati nel periodo primaverile mentre i frutti, verdi o secchi, erano usati come speciali proiettili in improvvisate e divertenti  battaglie.

Domenico Di Nucci