Impegno, lavoro e sacrifici. Il calcio secondo mister Matteo Di Tanna

Matteo Di Tanna a Pyongyang (Corea del Nord)

«Ai miei ragazzi cerco di insegnare che il calcio è come la vita: se vuoi raggiungere dei risultati occorrono impegno, lavoro e sacrifici». Ha le idee piuttosto chiare sul suo lavoro Matteo Di Tanna, 33 anni, allenatore della squadra Primavera della Ternana Calcio. Matteo è nato a Spoleto ed è capracottese per parte della famiglia paterna. Il nonno, Vincenzo Di Tanna, si è trasferito da Capracotta a Pescara per lavoro. Il padre, a sua volta, a Spoleto per lo stesso motivo.

Ed è proprio in una scuola calcio della città umbra che Matteo muove i primi passi nel mondo del calcio. «Ho iniziato a giocare all’età di sei anni – spiega-. Poi, fino agli Juniores nella Flaminio Calcio. La mia esperienza da calciatore è stata piuttosto breve. Ho giocato in Terza Categoria nella Stella Rossa. Ero un centrocampista: un regista- trequartista. Qualcuno diceva pure che avevo un bel piede…».

A 21 anni, Matteo inizia la sua attività da allenatore. Chiede alla Voluntas Spoleto di poter affiancare qualche allenatore delle giovanili. La risposta è affermativa. Vi rimane per sette anni facendo tutta la trafila fino agli Esordienti. Per due anni, cumula questo incarico di istruttore con quello di secondo allenatore dell’Atletico Spoleto, una squadra di Terza Categoria. L’anno successivo, l’Atletico conquista la promozione in Seconda Categoria.

Dal mese di giugno a quello di dicembre del 2013, Matteo lavora in un’Accademia Internazionale per l’Empoli. «È stata un’esperienza bellissima- sottolinea-. Organizzavamo allenamenti e provini per i giovani talenti. Ma, soprattutto, ho lavorato per 16 giorni nella Corea del Nord portando in Italia 16 calciatori talentuosi. Al ritorno mi hanno detto: sei stato uno dei dieci italiani che hanno visitato quel Paese negli ultimi 15 anni».

Agli inizi del 2014, Matteo subentra a campionato in corso sulla panchina dell’Atletico Spoleto in Seconda Categoria conquistando la salvezza ai play- out. Nella stagione successiva, la società Ducato Calcio di San Giacomo di Spoleto gli assegna la squadra Juniores Regionale A1. Matteo, per la prima volta, ha la possibilità di costruirsi un suo staff personale: i direttori tecnici Alessio Caberlon e Stefano Perugini e Ivan Pompili come secondo allenatore.

Il 31 ottobre dello scorso anno, firma con la Ternana Calcio. È il secondo allenatore della squadra Primavera dietro a un mostro sacro come Stefano Avincola, affermato allenatore delle giovanili della Lazio. E, quando Avincola resta bloccato per una partita a letto per influenza, tocca proprio a Matteo sostituirlo. Contro chi? Per uno strano scherzo del destino proprio contro quel Pescara che il giovane mister incitava da ragazzo sullo stadio quando andava a trovare i nonni nella cittadina abruzzese.

«Fino all’età di 15 anni ho sempre trascorso l’estate a Capracotta a casa dei nonni – osserva-. Andavo sempre al campo sportivo a vedere le partire dei più grandi. Nella mia stanza, ho una gigantografia con me e un pallone a Prato Gentile. Adesso, vengo molto di meno a Capracotta perché d’estate sono impegnato nella preparazione atletica della squadra. Ma, ovviamente, la porto sempre nel cuore»