Hemingway e il Molise. Un Capracottese a Parigi per ricordare la figura di due molisani nei racconti di Hemingway

Nella foto, da sinistra: Prof.Olaf Blanke, Swiss Federal Institute of Technology, Ginevra; Prof. Michael Kim Roos, University of Cincinnati Blue Ash; Dr. Vincenzino Di Nardo di Capracotta

In occasione della chiusura del Centenario della Grande Guerra, la “Ernest Hemingway Foundation” ha organizzato a Parigi, dal 22 al 28 luglio 2018, nella sede dell’Università Americana, la “XVIII International Hemingway Conference” con la partecipazione di studiosi del Nobel della letteratura provenienti da tutto il mondo.

Un nostro conterraneo capracottese, il Dott. Vincenzino Di Nardo, non si è lasciata sfuggire l’occasione per ricordare e raccontare la presenza nella vita e nell’opera dello scrittore americano di due importanti personaggi degli “Abruzzi”.

Nella sua relazione “A Farewell to Arms: The Priest’s Source, Ettore Moretti and Nick Nerone” ha infatti portato alla Conferenza i risultati della sua ricerca sulle fonti di due figure di spicco in Addio alle Armi: il Cappellano ed Ettore Moretti, entrambi ispirati da persone reali nate negli “Abruzzi”, sulla cui origine circolavano notizie errate se non addirittura inesistenti.

Sebbene molti studiosi abbiano identificato Don Giuseppe Bianchi di Firenze come modello per il sacerdote del romanzo, il Dott. Di Nardo ha ritenuto invece Rodolfo D’Onofrio, originario di Capracotta, prete soldato nell’esercito italiano nella prima guerra mondiale, la vera fonte; nato a Capracotta il 23 agosto 1882 e morto a Roma il 23 aprile 1938, fu un frate cappuccino che scelse il nome di “Padre Placido da Capracotta”.

La vita di Padre Placido è stata ricavata da testimonianze di persone che lo hanno conosciuto, da documenti ufficiali degli Archivi di Stato e dei Frati Cappuccini della Provincia Monastica di Roma; sono state illustrate inoltre la probabili modalità attraverso cui Hemingway è venuto a contatto con il frate.

Un altro personaggio del romanzo, Ettore Moretti, è stato ispirato da un nativo degli Abruzzi: si chiamava Beato Nicola (Nick) Nerone, di Pietrabbondante (29.12.1895), eroe di guerra, ferito più volte e pluridecorato, il quale ha conosciuto Hemingway a Milano nel corso della riabilitazione  presso l’Ospedale Maggiore; è divenuto poi grande amico dello scrittore e fonte ispiratrice anche di un altro racconto pubblicato postumo, “La scomparsa di Pickles McCarty”.

Cessato il conflitto mondiale, l’amicizia tra Nick ed Hemingway continuò e si rafforzò poi a Chicago dove Nerone era temporaneamente addetto al Consolato italiano.

Dopo il definitivo ritorno in Italia e la laurea in Lingue e Letterature straniere, Nick ha insegnato Inglese alle Scuole Magistrali e successivamente al Ginnasio “M. Pagano” a Campobasso, dove è poi deceduto prematuramente il 21.8.1951.

Padre Placido da Capracotta e Nick Nerone di Pietrabbondante erano entrambi originari degli “Abruzzi”, come Hemingway scrive nelle sue lettere e nei racconti; possiamo però ora a buon diritto dire, dopo la separazione degli “Abruzzi” in due distinte regioni che questi importanti personaggi dei racconti di Hemingway erano in realtà “molisani”, montanari dell’alto Molise.