Fondoitalianews.it, personaggi famosi: Pasqualino Venditti

Ringraziamo il signor Giorgio Brusadelli, responsabile del sito web Fondoitalianews.it, per averci consentito di pubblicare il testo sul nostro compaesano Pasqualino Venditti sul sito web della nostra Associazione “Amici di Capracotta”.

Alla “festa degli azzurri” Pasqualino Venditti, classe 1912, l’hanno premiato come protagonista nella storia della FISI. Carte alla mano, dovrebbe essere il più vecchio tesserato: la sua tessera più datata, trovata nella sede dello sci club, porta il n. 4205 e risale al 1933. L’ha rilasciata il Distretto provinciale di Campobasso per lo sci club Capracotta, ma non era la prima per Pasqualino, già iscritto da diversi anni. Solo che mancano riscontri poiché Capracotta nel 1943 è stata rasa al suolo dai tedeschi e la documentazione che lo riguarda è andata persa. Gli si deve dunque dar credito sulla parola. Sulla base dei documenti che è riuscita a trovare, gliene ha dato atto anche la FISI. Nella lettera che il presidente Coppi gli ha inviato per invitarlo a Modena Skipass per ritirare il proprio attestato, il presidente Coppi gli scrive che “la sua è una lunga vita dedicata alla passione della neve che noi tutti vogliamo festeggiare. Non tanto per indulgere alla nostalgia, ma perché è nella nostra storia, e Lei ne è buon testimone, che troviamo motivazioni e forza per proiettarci con sempre maggiore e rinnovato entusiasmo nel futuro”.

Nella sua zona Pasqualino Venditti è una specie di mito: il suo nome è strettamente legato alla crescita dello sci in questa parte del Molise ed è anche per questo che, in una lettera in data 30 settembre 2002, a firma Giovanni Petrucci, si afferma che “riconoscendo le benemerenze della sua attività dirigenziale, il CONI gli ha conferito la Stella d’Argento al Merito Sportivo per l’anno 2000. Con questo atto, spiega il presidente, si vuole esprimere la gratitudine del mondo sportivo nei suoi confronti e premiare la generosità e la competenza con cui da tanti anni opera al servizio dello Sport. L’onorificenza gli verrà consegnata dal Comitato Provinciale del CONI”. Un attestato meritato.

Giocava con gli sci come altri coetanei facevano con gli slittini: ricavati dalle stesse assicelle dalle quali si traevano le doghe delle botti, ha cominciato a metterli che aveva 6-7 anni. La Grande Guerra si era appena conclusa, ed erano passati poco più di quattro lustri da quando, a Torino, l’ingegnere svizzero Adolfo Kind aveva presentato tre paia di sci, i primi introdotti in Italia. Con questi legni di frassino si erano improvvisate gite in montagna, dal sapore tragicomico, riservate ai nobili e alla borghesia. Più tardi ci si provarono gli alpini, ma per l’uso sportivo di anni dovettero passarne ancora parecchi. Al Sud, più che per passatempo, servivano come strumento di lavoro e naturalmente erano di legname meno nobile. Li usavano i boscaioli per muoversi nella neve senza affondare, più velocemente che non con le racchette.

Pasqualino Venditti, che lavorava come decoratore, è stato fra i pionieri dello sci sportivo. Fondo naturalmente, perché lui è sempre stato ed è tuttora un fondista. Ha cominciato sotto il Fascismo. Tutta la trafila: balilla, avanguardista, giovane fascista, milizia. Faceva parte della squadra centro-meridionale, Molise e Campania, ma i migliori uscivano dal suo distretto. C’era sempre la neve, erano più abituati ad un certo genere di fatica che quando trasformavano in competizione faceva inevitabilmente la differenza. Mancavano conoscenze tecniche specifiche, ognuno si allenava come riteneva opportuno cercando di scivolare adattando una propria tecnica tutta personale a quello che allora veniva conosciuto come passo norvegese. Così, quando a Courmayeur si trovarono ad affrontare coetanei che quantomeno avevano una maggior esperienza e allenatori sui quali fare affidamento, il divario apparve subito evidente. Quella trasferta al Nord è comunque risultata produttiva essendo servita, a lui e ad altri, a far capire che bisognava organizzarsi in modo analogo.

La fondazione del primo sci club è stato il primo passo, e Pasqualino Venditti ne è divenuto presidente. Contemporaneamente ha allargato la sua attività lavorativa mettendosi in proprio e dando vita ad un’impresa da imbianchino che, all’inizio degli anni ’50, lo ha portato da Capracotta a Campobasso. In paese ci tornava a metà giugno e ci passava estate e autunno fino ai Morti, poi rientrava in città dove c’era più lavoro. A Capracotta ha rifondato lo sci club, del quale è diventato presidente onorario, e a Campobasso, nel 1961, ha dato vita allo sci club Montemiletto, che ha preso il nome dalla cima che si eleva sopra Campitello Matese, a 2.050 metri di quota, la più alta del Molise. E’ riuscito a provare che anche in quella parte di mondo chiuso e geloso, teso a conservare diritti e privilegi riservati a pochi, c’erano invece spazio e opportunità per tutti. Lo sci era una nuova forma di apertura generale, senza più differenze di casta e di reddito, e fu lui a dimostrarlo inizialmente con un gruppetto di amici. Arrivavano con l’auto fino a San Massimo e di lì, sci in spalla, risalivano la montagna  a piedi, per infilarseli non appena l’orografia del terreno lo permetteva. Prato Gentile era un’altra meta abituale.  Si partiva il mattino di buon’ora per essere di ritorno all’ora di pranzo. Di piste manco parlarne. Lo sci alpino era ancora da scoprire, i binari del fondo li battevano con gli sci.

Con il progresso e con il consumismo anche il Molise ha spalancato le porte alle grandi prospettive degli sport e del turismo invernali. Ha avuto le sue piste, sono nati altri sci club portando alla FISI un buon numero di tesserati e un’attività agonistica che ha consentito di staccarsi dalla Campania per formare il Comitato dell’Appennino Molisano. Da allora di anni ne sono passati parecchi e lui di quel gruppetto è l’unico rimasto sulla breccia. Fondista tuttora praticante, malgrado l’età venerabile. Con le piste ben battute il passo norvegese dei suoi albori è stato via via soppiantato dai vari passi della tecnica classica e quando è stato il momento dello skating non ha avuto remore ad adattarsi anche alla tecnica libera, facendo da battistrada ai giovani e aggiornandosi di volta in volta anche con l’attrezzatura. Sci da gara dell’ultimissima generazione, i più sofisticati. Però ha conservato con cura meticolosa gli attrezzi che ha usato da 80 e passa anni ad oggi. E anche per questo, da sempre, è punto di riferimento quando si tratta di allestire qualche mostra storica.

Vive con la figlia Angela, professoressa di lingue in pensione da tre anni, e quindi libera anch’essa di disporre del suo tempo. Senza più l’impegno dell’insegnamento, viene a cadere il legame con Campobasso. Di certo si è ripromesso di trascorrere l’inverno a Capracotta. La pista sulla quale si sono effettuati gli assoluti del ’97 è a due passi da casa e lui, a causa della carenza di neve nella passata stagione, ha ancora da provare le scarpe e gli sci da skating ultimo modello. “Spingo poco ma me la cavo, confessa. E ci tengo a godermeli fin che posso”.

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