La ricerca platonica della verità e conoscenza della giovane capracottese

La bellezza ci chiama a sé come la cornetta del telefono che vorremmo abbracciare (Paolo Meneghetti). Crete su carta, 50 cm. x 44,5 cm. Anno 2016
La bellezza ci chiama a sé come la cornetta del telefono che vorremmo abbracciare  (Paolo Meneghetti). Crete su carta, 50 cm. x 44,5 cm. Anno 2016
La bellezza ci chiama a sé come la cornetta del telefono che vorremmo abbracciare (Paolo Meneghetti). Carmelo Costa. Crete su carta, 50 cm. x 44,5 cm. Anno 2016

«La figura della giovane e’ impostata di tre quarti contro un fondo scuro. Una luce proveniente da sinistra illumina per metà, scandisce il volto di ogni particolare». Inizia così il commento della critica d’arte Eva Schioppa sull’ultima opera ritrattistica (50 cm x 44,5 cm ) dell’artista Carmelo Costa dal titolo: «La bellezza ci chiama a sé come la cornetta del telefono che vorremmo abbracciare» (Paolo Meneghetti).

Quest’opera si inserisce nel lungo filone di ritratti a crete su carta avviato da tempo da Costa, che ha coinvolto finora diversi nostri compaesani. Stavolta, non conosciamo il nome della giovane giovane rappresentata. L’autore e la diretta interessata, infatti, hanno preferito mantenere l’anonimato forse per non distrarre gli osservatori dalle linee e dai chiaroscuri del ritratto.

«La donna con lo sguardo verso la fonte luminosa, dal buio della grotta, indaga oltre, alla ricerca platonica della verità e della conoscenza- aggiunge Eva Schioppa-. Il volume della testa, del volto, sono determinati con una precisione quasi tagliente, sembrano infatti intagliate in una materia solida. L’immagine risulta isolata e ogni elemento realistico, esterno diventa caduco. Pur nella rigidità dell’insieme e della tipicità del fondo chiaroscurato, il pittore si mostra attento alla articolazione dello spazio».