Antonio D’Andrea a Rai 5: «Se rinascessi, farei la mia stessa vita»

«Torno per la seconda volta in questa piccola terra timida, intima e orgogliosa che si stende tra l’Adriatico e l’Appennino. E, nell’alto Sannio, la parte nord del Molise confinante con l’Abruzzo, approdo a Vastogirardi…».

Con questa parole, il giornalista Vincenzo Saccone ha aperto lo speciale del programma televisivo “Di là dal fiume e tra gli alberi”, andato in onda lo scorso 12 dicembre su Rai 5 a partire dalle ore 22.15, sul Molise dal titolo “Molise Terra Madre” per raccontare quelle persone che hanno deciso di restare in questa magnifica terra nonostante l’esodo di massa. Saccone era già stato in Molise nel quinto episodio della passata stagione alla scoperta dei personaggi della Valle del Fortore. Stavolta, ha intervistato uomini e donne residenti in alcuni Comuni della fascia montuosa della regione: l’Alto Molise, le Mainarde e il Matese.

A Capracotta, il giornalista ha incontrato il «casalingo» Antonio D’Andrea. È possibile rivedere l’intera puntata sulla piattaforma streaming Rai Play. Qui, di seguito, trascriviamo integralmente l’intero servizio alternando il testo con alcuni significativi momenti delle riprese.

Vincenzo Saccone intervista Antonio D'Andrea
Vincenzo Saccone intervista Antonio D’Andrea

Vincenzo Saccone: A Capracotta, tra le cime più alte dell’Appennino, ci vive invece Antonio, un eterno adolescente.

Antonio D’Andrea: Marcello  Bernardi sosteneva che ogni uomo adulto dovrebbe essere anche bambino e coniò il termine “bambulto”: bambino- adulto. Allora, personalmente, mi ci riconosco. Però, ho detto, vorrei vedere se poterlo applicare anche al mio corpo. Iniziai a sperimentare di far la barba solo su una guancia. E così avevo una guancia “bambina” e una guancia “adulta”. Poi, sono andato in giro. E non ti lascio immaginare i commenti e le risate. Poi, quando mi son tagliato la barba, l’ho fatta crescere intera, mi dicevano: ma stavi meglio prima.

Antonio D'Andrea in versione "bambulto"
Antonio D’Andrea in versione “bambulto”

Vincenzo Saccone: Tu hai fondato, mi raccontano, il Movimento degli Uomini Casalinghi.

Antonio D’Andrea: Mi sono interrogato su questa identità maschile che, secondo me, dovrebbe esser centrata sulla cura: tutto l’ambito domestico che va dalla cura degli spazi, alla cura delle relazioni, alla cura con l’infanzia, la vecchiaia, eccetera, in realtà va rivalutato e, secondo me, dovrebbe esser centrale per la vita dei maschi a partire dall’infanzia. Anche perché, come riconosceva Dante, “le donne hanno intelletto d’amore” e il mondo deve essere governato a tutti i livelli da chi ha intelletto d’amore. Per cui, invece di attività di lotta o di competizione, pian piano arrivare veramente a saper vivere l’intelletto d’amore che, però, non si parte così o almeno il bambino può partire così ma con quei modelli, sia della scuola che della società, diventa sì un intelletto ma di guerra.

Lavare i piatti col sapone di Marsiglia richiede più tempo, per esempio, però è uno dei modi più ecologici. Oppure, far la scarpetta dopo aver mangiato nel piatto fa sì che l’olio, i grassi, eccetera non vanno negli scarichi che, comunque, appesantiscono le acque. Son tanti piccoli gesti che, messi insieme, non solo sono ecologici ma rendono una vita giocosa, gioiosa. Ecco perché io parlo di ecologia favolosa.

Vincenzo Saccone: Tutta la vita di Antonio è ecologica: ogni cosa che fa la fa in nome del risparmio energetico. 

Antonio D’Andrea: Questo è l’armadio dove ho dormito. Siccome il legno è isolante, molto probabilmente- già c’era la tradizione che si dormiva di notte al fresco e al freddo con la papalina- io ho detto perché non provare a dormire in una specie di bara. E, allora, l’ho messo in orizzontale, ovviamente, e poi ho messo due coperte sopra. L’effetto è straordinario. La sera quando andavo a dormire mi sembrava di entrare negli Inferi: avevo un terrore quando vedevo. Poi, cominciavo a ridere, a morir dal ridere perché mi venivano mille battute… Quindi, mi riscaldavo già con il ridere. E poi cosa succedeva: le coperte non mi toccavano il corpo per cui avevo una sensazione di leggerezza. Mi sembrava di stare nello spazio. E al mattino, quando mi svegliavo, mi sembrava di risorgere. Gesù che esce dal….

Da quasi vent’anni qui a Capracotta facciamo corsi, laboratori, scuola sulle erbe spontanee. Per cui: camminate per il riconoscimento e raccolta, catalogazione e utilizzo in cucina e cosmesi (saponi, ecc).

Antonio D'Andrea illustra a Vincenzo Saccone l'armadio dove ha dormito
Antonio D’Andrea illustra a Vincenzo Saccone l’armadio dove ha dormito

Vincenzo Saccone: Tu sei felice della vita che hai fatto finora?

Antonio D’Andrea: Tanto. Certo, ho avuto lutti, eccetera eccetera. Però, se rinascessi, la rifarei…

Antonio D'Andrea impegnato nella raccolta delle erbe spontanee
Antonio D’Andrea impegnato nella raccolta delle erbe spontanee

Per completezza d’informazione, segnaliamo che, nello stesso episodio, è stato intervistato anche il capracottese Franco Di Nucci, titolare del Caseificio Di Nucci ad Agnone, con i figli Serena, Francesco e Antonia che hanno raccontato le origini della tradizione casearia della famiglia risalenti al XVII secolo, le rispettive competenze lavorative nell’azienda e le rinunce fatte pur di poter restare a vivere nel proprio territorio.