«Viécce de iérne, ka te ile ru kule…»

La chiamano Buran o Burian. Da noi si chiama Voria. A Capracotta, la Voria si chiama pure Filippina…

Un giorno, d’estate, arrivò un torpedone pieno di turisti romani che furono scaricati nello slargo di S. Giovanni dove erano sedute, a godersi il sole, alcune anziane donne del paese.

Una signora scendendo dal pullman esclamò ad alta voce: «Che bello! Mi avevano detto che a Capracotta fa sempre freddo!».

Prontamente una capracottese: «Viécce de iérne, ka te ile ru kule…» (Vienici di inverno che ti geli il culo…).

Franco Valente