Il “miracolo” di Capracotta

Il veterano Władysław Dąbrowski

Correva l’anno 1944, l’Italia era sotto l’occupazione tedesca ed esposta alle operazioni belliche degli eserciti alleati angloamericani, intraprese a grande scala dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

Dopo le sanguinose battaglie sui monti delle Mainarde e successivi combattimenti nella zona, i tedeschi si erano trincerati sulla Linea Gustaw che sarebbe diventata presto teatro di quattro battaglie, di cui la prima iniziata il 17 gennaio 1944. Nel frattempo, mentre attorno a Montecassino infuriava già una lotta spietata, a Taranto sbarcava l’esercito polacco guidato dal Generale Władysław Anders, facente parte dell’VIII Armata Britannica. Il 24 febbraio 1944 sbarcò anche il 15° Reggimento dei Lancieri di Poznań, destinato e addestrato alle operazioni belliche in zone montuose, con il battaglione “S” nella sua struttura, un gruppo elitario composto da 600 comandos, preparati alle battaglie in condizioni particolarmente difficili.

Dopo lo sbarco, i soldati furono alloggiati nei paesi montuosi del Molise, della Lucania e del Lazio. Così a Capracotta arrivò un gruppo di soldati polacchi, accolti dagli abitanti con una iniziale diffidenza e paura. Tra questi soldati ci fu Władysław Dąbrowski, oggi un veterano di 99 anni che, nonostante l’età molto avanzata, partecipa alle commemorazioni di tutte le battaglie sul fronte italiano a cui prese parte a partire dal maggio 1944.

Nonostante il tempo passato, il capitano ricorda benissimo il periodo trascorso a Capracotta. Racconta che c’era tanta neve quel febbraio 1944. La prima domenica dopo l’arrivo, i soldati acquartierati nel paese si recarono in chiesa per la messa domenicale, come era nella tradizione polacca. Mentre marciavano verso la chiesa per le vie innevate, furono colpiti dall’assenza della gente di Capracotta, non si vedeva nessuno, specialmente le donne. Anche in chiesa non c’era quasi nessuno oltre ai soldati polacchi. Il prete officiò la messa quasi esclusivamente per questi soldati stranieri. Al momento della raccolta delle offerte, dalla sacrestia uscì un sacrestano con in mano il solito cestino delle offerte che si rivelò subito insufficiente per contenere la quantità dei soldi offerti dai soldati. Il prete interruppe la raccolta e ordinò al sacrestano di portare dalla sacrestia una cesta più grande. Infatti, l’uomo ritornò con una cesta enorme che fu riempita con le sterline inglesi che i soldati polacchi ricevevano dal comando britannico, come una regolare paga militare. Il prete, colpito da tanta generosità e dalla religiosità di questi “ospiti” polacchi, fece successivamente una reprimenda agli abitanti di Capracotta, ponendo come esempio la condotta religiosa ed onesta di questi soldati di cui la gente aveva paura.

Il veterano Władysław Dąbrowski con Anna Antonina Banasiak

Il fatto della messa servì da spartiacque nei rapporti tra capracottesi e i soldati polacchi. Presto fu spiegata anche la diffidenza e paura nei confronti di questi uomini stranieri. Il capitano Dąbrowski racconta che prima del loro arrivo nel paese, la zona fu ancora occupata e controllata dai tedeschi che rapirono tre donne, le portarono fuori dal paese e le violentarono. Poi le riportarono nel paese, raccolsero la gente e pubblicamente dichiararono che, effettivamente, essi violentarono le donne, ma le riportarono vive; invece, i soldati polacchi che stavano già sbarcando in Italia, secondo il loro racconto, erano dei barbari che stupravano le donne e poi le uccidevano. I capracottesi che non avevano mai conosciuto né sentito parlare dei polacchi, credettero a questa paurosa prospettiva e adottarono la strategia del nascondiglio delle donne per proteggerle dai presunti stupratori e assassini polacchi. Ben presto la realtà della coabitazione smentì questi timori e i rapporti reciproci diventarono corretti se non amichevoli.

La presenza dei soldati polacchi a Capracotta finì probabilmente all’inizio di maggio 1944 con l’avvio della quarta battaglia di Montecassino che ebbe inizio l’11 maggio e che fu affidata all’esercito polacco. Il capitano Dąbrowski sopravvisse a tutte le operazioni belliche condotte dal II Corpo Polacco, da Montecassino fino a Bologna. Dopo la guerra ritornò in Polonia e si stabili a Danzica dove vive tuttora. Se la salute lo assisterà, sarà presente alle celebrazioni dell’80.mo anniversario della Battaglia di Montecassino che sarà celebrato il 18 maggio 2024.

Anna Antonina Banasiak