Capracotta dalla vetta di Monte Capraro (1905)

Questa foto, diventata la prima cartolina illustrata a noi nota, fu spedita dall’autore, Giovanni Paglione, all’egregio signor Giuseppe (il cognome è illeggibile), ragioniere di Agnone. Sono chiaramente visibili sul retro l’annullo postale datato 8 giugno 1905 e l’affrancatura di 2 centesimi. Nel campo coltivato davanti la chiesa della Madonna di Loreto c’è la sua firma e la data, inoltre le due lettere maiuscole, più a destra, formano la sua sigla PG che ritroviamo in qualche altra foto. Fu scattata dalla vetta di Monte Capraro.
Una prima considerazione riguarda l’altezza dei nostri due monti: le misurazioni dell’epoca molto approssimative davano risultati poco attendibili al punto da ritenere Monte Capraro con i suoi 1720 m/slm più alto di Monte Campo a cui veniva attribuito un’altezza di 1635 m/slm. Già il professore universitario Senofonte Squinabol nella pubblicazione “Un’escursione a Capracotta nel Molise”, edita nel 1903, espresse dei dubbi sulla misura dell’altezza di 1645 metri della vetta di Monte Campo riportata nelle mappe dell’Istituto Geografico Militare Italiano. Dalle sue misurazioni risultava che la vetta fosse 100 metri più alta. Non si sbagliava che di un solo metro: infatti sappiamo oggi che Monte Campo misura 1746 m/slm e Monte Capraro 1730 m/slm.
Questa foto costituisce uno dei pochi documenti che illustrano il tessuto urbano di Capracotta degli inizi del 1900. Si nota molto chiaramente la facciata originaria della chiesetta della Madonna di Loreto con annessa casa; il Rettifilo, la strada che da Sant’Antonio scende in linea retta, aveva poche case; si intuisce il corso Sant’Antonio e a stento si distingue la Torre. Una fila ordinata di case che segue il ciglio dei “Retiaglie” (rupe) conduce, a sinistra in alto, lo sguardo fino alla Chiesa Madre; poi domina la caotica disposizione dei tetti del quartiere denominato Terra Vecchia, nucleo di Capracotta originariamente racchiuso dalle mura. Al campanile manca la piramide terminale.
A destra spicca il fabbricato dell’albergo “Quisisana” dei fratelli Santilli. In basso a destra c’era quella che è ancora l’ultima casa verso il Verrino della zona detta “Fundione”. Non c’era il secondo gruppo di case appena a monte del Prato della Fonte.
Si nota anche una macchia bianca che potrebbe essere un lenzuolo steso ad asciugare appena sopra la Fonte che dava il nome alla zona. I dati ufficiali del censimento generale del 1901 riportano una popolazione di 4502 abitanti.

Domenico Di Nucci

Fonte: AA.VV., Capracotta 1888-1937: cinquant’anni di storia cittadina nelle foto del Cav. Giovanni Paglione, Amici di Capracotta, Tipografia Cicchetti, Isernia, 2014