Formaggi e legumi molisani, le tradizioni agricole di Capracotta a “Geo” su Rai 3

E’ stata una Festa del Papà speciale quella di quest’anno per Capracotta. A distanza di circa un mese  dal’ampio servizio a “Linea Bianca” su Rai Uno e dalla citazione nella trasmissione “Kilimangiaro” su Rai Tre, la nostra cittadina è tornata nuovamente alla ribalta televisiva nazionale all’interno del documentario “Formaggi e legumi” del Molise realizzato da Marco Rossetti e Francesca Topi per la trasmissione televisiva “Geo” su Rai Tre.

Dopo alcune immagini panoramiche della montagna molisana, con tanto di musiche di zampogna di sottofondo, l’attenzione dei due autori si è soffermata sulla produzione di grano. E qui, sul piccolo schermo, è apparso il nostro compaesano Loreto Beniamino dell’azienda “Le Miccole Alti Sapori”.

«Il grano “cappelli”- ha spiegato Loreto prendendo in mano una spiga in mezzo a un campo (foto in alto)-, in questa fase, inizia or ora ad accrescersi. Seminato qui a Capracotta a 1421 metri d’altezza- ci spingiamo anche più in alto-, è un grano molto rustico che si adatta molto bene alla nostra montagna  e alle nostre condizioni pedoclimatiche, quindi di suolo, di umidità, di venti, di nevicate molto improvvise e repentine. E’ un grano antichissimo. CI si realizzava un po’ di tutto, quello che era il fabbisogno familiare: dalla farina al pane fatto in casa, dai forni antichi alla pasta stessa stesa a mano con il mattarello, come si faceva veramente nell’antichità si fa ancora oggi».

«Il “senatore cappelli”- hanno aggiunto i due autori del documentario- è un frumento originario del Sud Italia, chiamato così in onore di colui che offrì i terreni per la sperimentazione di questa attività, ripresa oggi anche da due giovani fratelli: Loreto e Luca Beniamino. Questi ragazzi, pur di non abbandonare la loro terra, hanno continuato il mestiere dei nonni: i contadini di montagna. Coltivano cerali e legumi in quota, un lavoro che alcuni definirebbero eroico».

«Il fagiolo è il “fiocco di neve”- ha raccontato Luca Beniamico, mentre andavano in onda in primo piano alcune immagini di fagioli bianchi in un setaccio, agitato da uno dei due fratelli-. La caratteristica di questo fagiolo è che ha un tegumento molto sottile e risulta molto digeribile, coltivato da decenni, millenni direi, a Capracotta».

«I fagioli hanno costituito per secoli le proteine dei contadini- hanno sottolineato Rossetti e Topi-.Come spesso avviene, un cibo che nel passato era ritenuto povero, oggi è ricercato come una prelibatezza. Assecondando le richieste del mercato, i due fratelli coltivano in modo naturale e biologico anche lenticchie, roveia, ceci, cicerchie e cereali. L’attività sulle montagne intorno a Capracotta non risiede solo nel lavoro agricolo, il bosco nasconde tesori preziosi. E Luca e la fedele Briciola ne vanno a caccia. Il tartufo, anche qui, è un prodotto pregiato, che spesso viene esportato nei mercati che ne fanno maggiore richiesta».

Dopo le immagini di Luca e Briciola, che viene giustamente premiata dal suo padrone per aver trovato il prezioso tubero tra il terreno e le foglie del bosco di Capracotta, il documentario si sposta a Frosolone per parlare di allevamento e produzioni casearie.