Januaria Piromallo dei Duchi di Capracotta nel reality “The Real Housewives di Napoli”

Il 9 aprile scorso è iniziata la seconda stagione del reality “The Real Housewives di Napoli” in esclusiva sul canale discovery+: un programma nel quale sette amiche, che non si vedono da tempo, cercano di togliersi i sassolini dalle scarpe nella maniera più rumorosa possibile tra lusso, feste esclusive, barche sfarzose e location da sogno.

Quest’anno, c’è, per noi, una protagonista d’eccezione: Januaria Piromallo Capece Piscicelli di Montebello dei duchi di Capracotta.

Januaria è presentata come «eccentrica socialite, vive tra Milano, Gstaad e il centro storico di Napoli. Nobile per discendenza e provocatrice per temperamento, è una giornalista di costume dall’anima scugnizza che non si perde mai un evento mondano o culturale. Ha due divorzi alle spalle e due figli che vivono troppo lontano da lei da troppo tempo».

Januaria è nata a Napoli ed è la secondogenita di don Fabio Piromallo Capece Piscicelli e donna Agata Gambardella. È cugina dell’attuale duca di Capracotta, don Nicola Piromallo Capece Piscicelli.

Ha collaborato con molte testate giornalistiche: Il Fatto Quotidiano, Panorama, Sette (del Corriere) Oggi, Capital, Dagospia, L’Espresso, Vogue.it, Corriere del Mezzogiorno, L’Indipendente (di Vittorio Feltri) e Telemontecarlo (Pianeta Neve e “Ladies&Gentlemen”).

Ha pubblicato con Cairo Editore “Bella e d’Annata. Corso di sopravvivenza socialmente scorretto”, che è diventato anche un blog. Assieme a Marika Borrelli ha scritto “Come pesci nella Rete”, un saggio semi-serio sui social media. “Il sacrificio di Éva Izsák” (Chiarelettere) parla di un diario, unico sopravvissuto agli orrori della guerra, che squarcia il velo su una storia che fa male quasi come il diario di Anna Frank. “Te la do io la Svizzera. Heidi non abita più qui” (Guida Editore) è un’istantanea di un paese contraddittorio, di grande civiltà e di immense ipocrisie. Ancora con Cairo ha pubblicato “Mariti Inutili” con Roselina Salemi. È stata docente al Master di Giornalismo dell’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli.

Agli inizi del 2014, balza improvvisamente agli onori del gossip. Nel novembre del 2013, l’ex campione del mondo di pugilato, Mike Tyson, nella sua biografia “True”, scrive: «Conobbi quello stilista (Versace, ndr) grazie a una giornalista italiana che venne a intervistarmi. Era una donna bellissima, più vecchia di me di qualche anno; la portai al piano superiore, facemmo sesso e notai che indossava biancheria intima di Versace».

È una frase buttata lì che, però, stuzzica immediatamente la fantasia di molti Chi sarà questa giornalista italiana? È lei stessa a raccontare la vicenda sia in un’intervista rilasciata subito dopo (maggio 1988) al mensile King sia in un post del suo blog sul Fatto Quotidiano: «Sono a New York per uno stage al Corriere della Sera. E voglio intervistare Tyson, già icona planetaria. Sono nella sua casa in Connecticut e lo bombardo di domande. Mi presenta la madre adottiva, Camille. Cucino per entrambi un piatto di spaghetti. Si è fatto tardi e non ci sono più treni per New York. “Puoi dormire da me, se vuoi”, mi dice. Non ho scelta e, non avendo portato nulla, mi dà un suo kimono».

«Mike mi chiede di poter dormire con me. Ma io gli rispondo che sono fidanzata e non posso», dice la Piromallo nell’intervista del 1988 alla rivista King.  Alla fine, Tyson riesce a infilarsi sotto le coperte con lei. E che succede? «Lui dorme come un bambino- aggiunge-, l’ho vegliato fino all’alba. Poi, però, ci siamo rivisti, siamo diventati amici. Una volta mi ha portato in limousine, e anche lì ci ha tentato. In effetti a lui delle mie interviste non gliene importava proprio».

Personalmente, sono molto grato a Januaria perché una decina di anni fa mi ha messo in contatto con lo zio don Piero Piromallo Capece Piscicelli, duca di Capracotta e allora presidente del Circolo dell’Unione di Napoli. Ricordo le lunghe chiacchierate con lui nella sede del Circolo in via san Carlo sul suo legame con Capracotta nella quali mi invitava ad agire in prima persona per valorizzare e promuovere la nostra cittadina. Don Piero ci ha lasciati agli inizi del l’anno 2012. Il 29 dicembre dello stesso anno, insieme ad altri nove compaesani, ho fondato l’associazione Amici di Capracotta. E, oggi che ne sono il presidente, spero di dirigerla con la sua stessa lungimiranza e nobiltà d’animo.

Francesco Di Rienzo