L’arte di amare una volta a Capracotta

Ragazze capracottesi alla fontana (inizi Novecento). Archivio fotografico: Cav. Giovanni Paglione
Regalatomi da una mia parente, riporto con piacere il risultato della lettura di un vecchio componimento con firma illeggibile, a rima alternata, in versi elementari, di autore forse non compaesano, prodotto verso gli anni ’30, dal titolo: “Re ggiuvéne e le uagliole de Capracotte”.

Scritto in dialetto talvolta improprio, con assonanze tra parole non sempre appropriate, ma reso, per quanto possibile, rispondente da me alla nostra lingua parlata, senza trascriverlo, però, per la sua lunghezza.

In esso si legge, da parte dei giovani e delle giovani di Capracotta dell’epoca, l’atteggiamento, con confronti fantasiosi tra diverse zone agricole e contrade del nostro paese, l’approccio verso l’altro sesso, in previsione di futuri matrimoni.

Circa gli uomini, si legge delle resistenze da parte delle donne alle loro avances; della timidezza o supposti dolori fisici, quale giustifica alla mancanza di coccole alle fanciulle; dei dolori provati, se abbandonati dalle morose e delle ire furenti, se non esaudite le loro aspettative fisiche… da parte femminile; rientri a casa, a sera tardi, dopo lunghe discussioni e  difficoltato  risveglio mattutino; delle amare considerazioni circa le precarie condizioni economiche, per cui risulta dominante l’idea- facendo tacere, talvolta, anche  il cuore,-di tenace lavoro per realizzare i loro sogni; delle pur presenti anomalie fisiche che possono precludere le scelte da parte delle donne; dei comportamenti spesso non sempre teneri nei riguardi delle ragazze, invece di essere dolci nei loro confronti.

Relativamente alle donne, sono riferiti i dolori, le pene d’amore; gli adattamenti, spesso mal sopportati, per matrimoni con uomini avanti negli anni o con difetti fisici; i dolci segreti, fonte di fantastici sogni in cuori palpitanti; non mancano pensieri al risparmio sul magro bilancio familiare, per poter organizzare l’agognato matrimonio; le risentite reazioni verso i giovani desiderosi di conoscere la loro… anatomia, prestando molta attenzione quando sono ardenti le richieste… maschili; le uscite di sera con furtivi incontri e lunghe discussioni con il proprio principe azzurro; il senso di freddo, se sole a letto di notte, ma calde e  infuocate… da sposate!.

Insomma, uno spaccato del mondo giovanile di altri tempi, riferito agli incontri tra i due sessi, in presenza di una realtà densa di difficili situazioni in previsione di future realizzazioni.

L’esortazione, infine, da parte dell’autore, ai protagonisti del componimento, di individuare un saggio metodo nell’arte di amare, aggiungendo ad una buona dose di sentimento, il fuoco…sempre vivace di Cupido, non trascurando, però, vigore e faglianze in entrambi i sessi.

Quale nota finale, misurando la temperatura amorosa dei personaggi descritti, questa risulta ottimale a livello femminile nei quartieri di San Giovanni, Sant’Antonio nonché nella Piazzétta, tiepida- a livello maschile- ovunque…!

Felice dell’Armi