Era mio nonno: Vincenzo Carnevale

Mio nonno Vincenzo Carnevale nacque a Capracotta nel 1888 da Antonino e Teresa Di Rienzo. All’età di sei anni rimase orfano di madre. Il padre si risposò in seconde nozze con Concetta (credo anche lei di nome Carnevale). Dal matrimonio, nacque Domenico (zio Mingo Cacapaglia). I suoi fratelli, nati dal primo matrimonio del padre, erano:  Michele, emigrato in America; Giovanni, che visse e morì a Roccasicura; Sebastiano (Sfrrucc).

Nel 1911/13, Vincenzo partecipò alla guerra di Libia. Tornato a Capracotta nel 1913, sposò Giacinta Paglione. Subito dopo, sempre nel 1913, emigrò in America nei pressi di Trenton (New Jersey) dove raggiunse il fratello Michele. Restò in America fino al 1919. Quando tornò a Capracotta vide la sua prima figlia Teresa che aveva sei anni. Da Giacinta, Vincenzo ha avuto sette figli: Teresa, Edena, Paolo, Giuseppe (mio padre), Giovanni, Nicola e Maria. Gli morì un figlio di circa quattro anni d’età di nome Nicola.

Con il ricavato dei soldi guadagnati Oltreoceano, comprò la casa paterna, a ridosso della chiesa di San Giovanni, e acquisto numerosi appezzamenti di terreno in località “Muro di Giulio”. Negli anni Settanta, lo Stato italiano gli conferì una medaglia come riconoscimento della partecipazione alla guerra Libica del 1911. Ricordo benissimo quella medaglia che egli stesso mi fece più volte vedere. Non so, purtroppo, oggi dove sia.

Esercitò sempre le professioni di bracciante e carbonaio. Come tutti i Capracottesi, subì lo sfollamento e si trasferì precisamente a Lucera dove continuò a esercitare per quel periodo il lavoro di carbonaio.

Morì a San Salvo (Ch) il 7 febbraio del 1979, all’età di 91 anni. Ha avuto ben ventidue nipoti e quattro pronipoti, finché visse. Ho grandissimi ricordi di lui. Per esempio, nei periodi estivi, gli piaceva fare colazione con i nipoti, che lui stesso chiamava. Ci diceva: “Uagliu set’ fatt’ colazione?”.

Vorrei infine aggiungere che il fratello Michele rimase negli Stati Uniti d’America dove tuttora vivono i suoi discendenti. Ma per un errore di trascrizione, al loro arrivo a New York, fu registrato come “Michele Carnval” e, oggi, sono ancora così chiamati.

Nicola Carnevale