«Mio nonno»: Antonino D’Andrea

Da sx: Antonino e Luciana D’Andrea, Mammà Annina (Antonietta Mendozzi) e nonno Antonino

Antonino D’Andrea è stato un importante imprenditore capracottese nel settore edile. Personaggio di spicco della comunità capracottese, ci ha lasciati nell’anno 1989. In quell’occasione, il nipote Antonino ha composto la seguente poesia dal titolo “Mio nonno”:

La casa aveva uno strano profumo:

una primavera in decomposizione.

Un pianto straziante,

visi artificiali,

sofferenza rituale,

labirinti, rituali, simbolismi,

visi, gesti, pianti,

catene parentali, baci, abbracci, strette di mano,

pianti falsi (cipolle nella mano).

Il morto composto, crocifisso sul petto

aveva una sua dignità, altezzosa, austera, orgogliosa.

La casa aveva uno strano profumo.

I ricordi erano sparsi per le cose:

violentavano i vivi,

massacrandoli con le immagini.

Il teatrino è finito.

La tomba è stata sigillata.

I morti tornano alle loro cose.

I vivi tornano nei loro cimiteri di vivi.

Antonino D’Andrea