Letteratura capracottese: “I giornali non sono scarpe. Tommaso Besozzi: una vita da prima pagina” di Enrico Mannucci

«La sera del 10 febbraio arrivò a Campobasso un montanaro che cavalcava una giumenta. Finché era rimasto in sella, nessuno avrebbe potuto indovinare la sua età, la sua condizione, la sua provenienza perché il lungo mantello dal quale era avvolto gli copriva anche la punta del naso; e la tesa di un cappellaccio di feltro, […]

Letteratura capracottese: “La fine di un regno” di Raffaele De Cesare

Monsignor Falconi, direttore supremo delle feste e scrittore delle epigrafi, era sontuoso in tutto: nello stile, nelle immagini, nei conviti, nelle abitudini. Alto e vigoroso della persona, egli era nativo di Capracotta; ed essendo stato, per alcuni anni, segretario dell’arcivescovo Clary a Bari, aveva rivendicata la palatinità delle chiese di Acquaviva e Altamura e ne […]

Letteratura capracottese: “Alberto Sordi: storia di un italiano” di Marco Spagnoli

Il conte Max”, invece, diretto da Giorgio Bianchi, racconta la storia di un edicolante di via Veneto (Sordi) che desidera vivere come le persone dell’alta società cui vende i giornali. Amico di un nobile decaduto e squattrinato, il Conte Max Orsini Baraldo (De Sica), e grazie all’intervento di quest’ultimo (con la determinante complicità di un […]

Letteratura capracottese: “Dal vero” di Matilde Serao

I gusti sono differenti. Vi è chi, leggendo il giornale, si diletta nei brillanti paradossi dell’articolo di fondo, seguendone mentalmente le evoluzioni: molti frequentano l’appendice, pianterreno lugubre e sanguinoso, dove si commettono, sera per sera, i più atroci delitti: alcuni scelgono la cronaca “interna” dove leggono importantissimi fatti avvenuti nell’Uraguay, a Capracotta o a Roccacannuccia; […]

Piegandosi alla finestra nell’arduo, et difficile monte appare Capracotta Castello…

Poscia sopra detto monte, appareno queste Castella Bomia, Colmezzo, Transrivo, monte Ferrando, et Pietra Ferracina. Salendo alla Fontana del detto fiume, scopresi sopra Pietra Ferracina, il Castello di Pilo, et poi la Citta di Bucello, et Pescolo di Penataro, Sant’Angelo di Pescoli con il Castello di Giudice molto nominato per la memoria di Giacomo Caldora […]

Museo d’arte sartoriale di Capracotta S.E.B.A. Gli orari di apertura di agosto

Il Museo d’arte sartoriale di Capracotta S.E.B.A. sarà visitabile per tutto il mese di agosto. Durante la settimana, sarà aperto dalle ore 17.00 alle ore 19.30. Nei giorni di sabato, domenica e nei festivi è visitabile da gruppi organizzati previo appuntamento telefonico al numero: 370.1208995. Il Museo espone, a rotazione, i 700 abiti realizzati dagli anni […]

Il mistero della “Tavola degli Dei”

Si inaugura il 1 agosto una mostra che farà discutere il mondo dell’archeologia. Una seconda Tavola Osca sarà esposta per un anno ad Agnone. Appartiene ai diretti discendenti dell’orafo che vendette a Roma il bronzo di Fonte del Romito, conservato oggi al British Museum di Londra dal 1973. Copia o originale? Un anno per capirlo, mentre […]

Letteratura capracottese: “Storie coatte” di Looigi

La squadra venne richiamata in campo da un inservbiente per assistere alla premiazzione e, poco prima di uscire dal tunnel degli spogliatoi, Pietro venne fermato da un uomo alto, in impermeabile nero che gli consegnò una lettera chiusa con la ceralacca. «Che è ‘sta roba?». «Leggi…». «Daje, n’antro itagliano… Ma che è diventato er Brasile, […]

Letteratura capracottese: “La leggenda dei monti naviganti” di Paolo Rumiz

Il giorno dopo il braccio meccanico, di nuovo in piena forma, risale la Val d’Arda alla ricerca dell’Arca perduta. Al mattino, a colazione, ho cercato tra i nomi di luogo sul libriccino allegato alle cartine TCI e ho trovato solo conferme. L’Appennino è una fattoria degli animali. È zeppo di toponimi come Capracotta, Passo del […]

Letteratura capracottese: “Alberto, ci sei riuscito” di Matteo Casciato

Un giorno, arrivati a Venafro, un paese dell’Alto Molise, Nicola avvicinandosi ad Alberto gli disse: «sai Alberto, nostro padre stava per scegliere Venafro come sede del suo lavoro. Se l’avesse fatto, avrebbe vissuto qui, forse sarebbe ancora vivo». I due fratelli si guardarono negli occhi e si capirono al volo. Il destino non lo volle. […]